Ecco a voi una piccola lista degli animali degli abissi più strani e dell’aspetto curioso, dal polpo Dumbo al pesce senza faccia
L’evoluzione della vita sul nostro pianeta ha creato dei veri e propri mostri naturali: le creature degli abissi, le quali si sono dovute adattare agli ambienti più estremi sacrificando l’estetica per concentrarsi sulla funzionalità, con risultati a dir poco sorprendenti e terrificanti.
Le creature degli abissi
Gli abissi iniziano da circa 200 metri di profondità e qui la quantità di luce che arriva non è sufficiente a sostenere la vita delle piante.
L’ecosistema dipende dai rifiuti e dalle sostanze organiche che scendono dalla superficie e, a profondità ancora più elevate, c’è solo buio e carenza di cibo.
Si aggiungono anche pressioni molto elevate e il freddo; inoltre la scarsissima densità di popolazione rende difficoltoso l’incontro dei sessi nel periodo della riproduzione.
Denti spaventosi, bocche enormi e aspetto grottesco sono inevitabili quando il cibo è scarso e ogni occasione è buona per nutrirsi: alcuni pesci hanno bocche e stomaci estensibili, permettendo loro di inghiottire prede più grandi di loro.
Uno degli adattamenti più incredibili al buio degli abissi è la presenza di fotofori, ovvero organi in grado di produrre luce e che servono sia per riconoscersi tra esseri della stessa specie, sia come esca per attirare le prede.
Le più insolite da conoscere
Tra queste creature annoveriamo il Megalodicopia Hians, una specie di tunicati della classe Ascidiacea che vivono ancorati lungo le pareti e sul fondale dei canyon marini dell’oceano Pacifico.
Essi sono dotati di una grande bocca a forma di cappuccio, sensibilissima agli spostamenti delle prede, che una volta catturate, vengono digerite solo dopo alcuni giorni. L’aspetto è una via di mezzo tra una medusa e una pianta carnivora.
Il Neoclinus Banchardi invece è un pesce d’acqua salata diffuso nel Pacifico orientale: dalla baia di San Francisco, California, sino a Baja California, Messico. Abita le coste rocciose o sabbiose in acque poco profonde (da -3 a -73 m) trovando rifugio in conchiglie, buche, anfratti e relitti.
Il Neoclinus bachardi presenta testa tozza, con occhi sporgenti e una enorme bocca con mascelle estendibili collegate alla testa da ampie membrane elastiche, con un corpo che si rimpicciolisce e si fa affusolato nel lungo peduncolo caudale, terminante in una pinna caudale piccola e arrotondata. Raggiunge una lunghezza massima di 30 cm, per 6 anni di età.
Ha comportamento territoriale ed aggressivo: non esita ad assumere un atteggiamento minaccioso allargando le ampie mandibole per spaventare eventuali predatori e invasori del territorio.
Passiamo poi all’Opisthoteuthis californiana, detto anche polpo Dumbo, presente in California (da cui prende il nome scientifico) fino a una profondità di 350 m, ma in Giappone si spinge oltre, fino a una profondità di 560 m (530 di norma).
È un polpo dall’aspetto insolito, perché ha una forma appiattita e con tentacoli più corti. Oltre la metà di ognuno degli otto tentacoli è rivestito da una membrana, che favorisce il movimento. Vivendo negli abissi sono sprovvisti di sacca dell’inchiostro, perché questa sarebbe inutile. La livrea non è molto variabile come in altre specie, tra cui il lontano cugino Octopus vulgaris, infatti è solitamente rosato-rossa o gialla.
Presentano due protuberanze simili a orecchie poste sulla testa che ricordano le orecchie dell’omonimo personaggio della Disney. Condivide lo stesso nome di altre specie appartenenti al sottordine Cirrina, particolarmente col genere Grimpoteuthis.
Due personaggi del celebre film Alla ricerca di Nemo (Perla, con suo padre) sono proprio degli Opisthoteuthis californiana. La scelta di questo animale per interpretare i personaggi ha reso la specie, prima poco nota, più conosciuta.
Conosciuto comunemente come pesce blob, il Psychrolutes marcidus è un pesce appartenente alla famiglia Psychrolutidae e vive nell’Oceano Pacifico sudoccidentale, nelle acque costiere australiane meridionali, a una profondità compresa tra i 600 e i 1.200 metri.
Presenta un corpo flaccido, poco compresso ai fianchi, con testa grossa e occhi grandi. Le pinne sono ampie e arrotondate, mentre la livrea è semplice: tutto il corpo è grigio rosato, chiazzato di bruno.
La bocca e le labbra sono bianco-rosate e la carne di questo pesce è costituita per la maggior parte da una massa gelatinosa di densità leggermente inferiore a quella dell’acqua, il che gli permette di galleggiare sopra il fondale senza sprecare energie nuotando.
A causa dell’inaccessibilità del suo habitat, è stato studiato e fotografato raramente in natura. Attualmente è a rischio di estinzione a causa della pesca a strascico sui fondali. Per il suo aspetto è stato votato come “animale più brutto del mondo”, venendo eletto come mascotte della Ugly Animal Preservation Society.
L‘Astroscopus guttatus, noto anche come astronomo settentrionale, è un pesce che abita i fondali sabbiosi delle acque temperate dell’Atlantico occidentale, che vanno dal North Carolina a New York.
Gli occhi, le fessure branchiali, le narici e la maggior parte della sua bocca sono sulla parte superiore del suo corpo, e le sue pinne pettorali sono abili a scavare e seppellire. Può raggiungere lunghezze di 22 pollici (56 cm) e può essere trovato fino a una profondità di 120 piedi (37 m).
Anche il pesce senza faccia merita una menzione e rappresenta un mistero per i ricercatori. La sua presenza è stata registrata nel 19873 dall’equipaggio dell’HMS Challenger che lo trovò nelle acque della Papua Nuova Guinea.
“Questo piccolo pesce è sorprendente – ha spiegato Tim O’Hara, il ricercatore a capo della spedizione che ha recuperato l’esemplare – perché la bocca si trova sulla pancia dell’animale; quindi, quando lo si osserva di lato non si scorgono gli occhi, non si vede il naso, le branchie o la bocca”.
La top 4 delle creature abissali più insolite
Il suo nome è Isistius brasiliensis chiamato anche squalo “stampo per biscotti” o squalo tagliatore. A prima vista sembra un piccolo e innocuo ma non fatevi ingannare perchè la sua mascella è una vera e propria ghigliottina.
Questo squaletto non uccide le sue vittime. Si limita a staccarne un boccone quando queste gli passano accanto scavando nella carne un solco emisferico, come dare un morso ad un biscotto insomma, da qui il nome “squalo stampo per biscotti”.
Lo squalo dal collare ha una distribuzione vasta ma frammentata negli oceani Atlantico e Pacifico. Vive fino a 1300 metri di profondità e presenta numerosi caratteri primitivi che gli valsero il nome di “fossile vivente”.
Il suo corpo, che può raggiungere i 2 metri di lunghezza ed è di colore marrone scuro, ricorda quello di un’anguilla con le pinne dorsali, pelviche e anali in posizione molto arretrata.
Avvistato raramente, lo squalo dal collare cattura le prede piegando il corpo e lanciandosi in avanti come un serpente.
Le mascelle estremamente flessibili gli permettono di ingoiare prede di grosse dimensioni, mentre le file di piccoli denti aguzzi impediscono loro di fuggire.
Lo squalo Globin invece vive negli abissi oceanici, oltre i 200 metri di profondità, in acque dove non giunge mai la luce del Sole. Si incontra in tutto il mondo, dall’Australia, nell’Oceano Pacifico, al Golfo del Messico, nell’Oceano Atlantico. La maggior parte degli esemplari conosciuti, tuttavia, proviene dalle acque al largo del Giappone, zona dove la specie fu scoperta.
Lo squalo goblin si nutre di una grande varietà di organismi che popolano gli abissi: tra le sue prede conosciute vi sono calamari, granchi e pesci abissali.
Si conosce molto poco della sua biologia e del suo comportamento riproduttivo, poiché è un animale che si incontra raramente e, sebbene possa sembrare una specie rara, non appare minacciata da alcuna sorta di pericolo e per questo non figura tra le specie considerate a rischio dalla IUCN.
Infine l’idiacanthus atlanticus è una specie che abita solo le acque temperate subtropicali nell’emisfero meridionale, probabilmente limitata dalla convergenza subtropicale, comprese tra i 1000 e i 2500 metri di profondità.
La loro dieta consiste principalmente di pesci. C’è un chiaro dimorfismo sessuale all’interno di questa specie: le femmine sono nere, con denti canini ben sviluppati, un barbo e pinne pelviche con sei strisce. I maschi, d’altra parte, sono di colore marrone scuro, non hanno denti sulla mascella, ma solo pochi denti presenti sul vomere.