Gli Usa accusano il “design manipolativo e coercitivo” di Amazon Prime: porterebbe gli utenti del colosso a iscriversi al programma con l’inganno. Ecco cosa sta succedendo
Il colosso di Jeff Bezos è nuovamente nell’occhio del ciclone e questa volta la colpa sarebbe del programma fedeltà Amazon Prime. Quest’ultimo è stato pensato per fornire agli iscritti spedizioni più rapide e gratuite, ma anche l’accesso a servizi aggiuntivi quali Amazon Prime Video per guardare video e serie tv. Il tutto dietro pagamento di un abbonamento mensile (o annuale) che, tra l’altro, offre anche la possibilità di approfittare (prima degli altri utenti) delle offerte periodiche sul catalogo.
Secondo la Federal Trade Commission degli Stati Uniti, Amazon avrebbe ingannato i clienti costringendoli a iscriversi al servizio Prime senza il loro consenso e di aver “reso difficile la cancellazione degli abbonamenti”. Ecco cosa sta succedendo e cosa ha risposto Amazon alle accuse ricevute.
Amazon Prime ingannerebbe i clienti, l’accusa degli Usa
La Federal Trade Commission non ci va per il sottile: ha presentato una denuncia al Tribunale distrettuale degli Stati Uniti di Washington. L’accusa verso il colosso dell’e-commerce è quella di “design manipolativo e coercitivo” per l’interfaccia di Amazon Prime. Il sito di Bezos avrebbe infatti utilizzato disegni ingannevoli, i cosiddetti “dark patterns” o “modelli oscuri”, per ingannare i consumatori portandoli a iscriversi al programma. A stimolarli anche l’offerta di tanti altri servizi aggiuntivi inclusi come il già discusso Amazon Prime Video.
Secondo l’agenzia, molti utenti non sono a conoscenza del fatto che l’abbonamento si rinnova in automatico. In ogni caso, Amazon avrebbe reso meno appetibile e più difficile la possibilità di acquistare senza essere iscritti a Prime. Come se non bastasse, la piattaforma propone spesso un pulsante per completare l’acquisto che non mostra chiaramente che iscrive anche l’utente al servizio.
Infine, una volta iscritto, l’utente farebbe fatica a cancellare l’abbonamento periodico perché le modifiche all’interfaccia rendono meno raggiungibile l’opzione. Tutti comportamenti che violano la legge della Ftc e un’altra legge americana nota come Restore Online Shoppers’ Confidence Act.
Una replica rapidissima
Pressoché immediata è arrivata la replica del colosso che, tramite portavoce, commenta: “Le affermazioni della Ftc (Federal Trade Commission) sono false sia dal punto di vista dei fatti che dal punto di vista legale. La verità è che i clienti amano Prime, e il nostro servizio è progettato affinché possa essere facile e chiaro sia iscriversi che cancellare l’iscrizione a Prime. Come avviene per tutti i nostri prodotti e servizi, ascoltiamo costantemente il feedback dei clienti e cerchiamo di migliorarne l’esperienza. Questo diventerà ancora più evidente durante lo svolgimento del caso“.
Proseguendo, ha anche sottolineato: “Ci preoccupa anche il fatto che la Ftc abbia annunciato questa azione senza averci fornito alcun preavviso, proprio mentre stavamo discutendo con personale della Ftc per supportare la piena comprensione dei fatti, del contesto e delle questioni legali, e senza avere avuto l’opportunità di parlare con i Commissari stessi prima dell’avvio della causa. Sebbene l’assenza di questo tipo di coinvolgimento sia estremamente deludente siamo fiduciosi di poter dimostrare la nostra posizione in tribunale“.
Non resta che attendere il verdetto del tribunale.