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Basta ridurre di poco le quantità di cibo per rallentare l’invecchiamento: cosa, e soprattutto quanto, mangiare

Published by
Federica De Febis

Nessuna dieta drastica: mangiare anche solo un po’ di meno rallenta i processi di invecchiamento. I risultati dello studio

Oggi parliamo infatti di una ricerca scientifica che potrebbe cambiare il modo in cui concepiamo l’alimentazione e l’invecchiamento. Da quanto emerge, la chiave per vivere più a lungo e in salute potrebbe essere non solo molto semplice ma anche amica del portafoglio. Andiamo a scoprire insieme cosa, e soprattutto quanto, dovremmo mangiare!

Questa ‘ricetta’ della longevità è stata proposta da un recente studio della Columbia University, e successivamente pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature Aging. Lo studio ha tenuto sott’occhio le abitudini alimentari di 220 persone in Nuova Zelanda di età compresa tra 26 e 45 anni, nel corso di un periodo prolungato. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: un terzo ha iniziato una dieta con apporto calorico ridotto, mentre il resto ha continuato a mangiare normalmente.

Il potere della restrizione calorica

Secondo i risultati, mangiare un quarto in meno rispetto alla nostra alimentazione ordinaria potrebbe farci invecchiare il 2-3% più lentamente. Interessante, vero? Questa scoperta arriva da misurazioni dell’attività genetica nel corpo, come l’aumento della pressione sanguigna e del colesterolo, considerati marker dell’invecchiamento.

Secondo lo studio, ridurre di circa un quarto il nostro apporto calorico rallenta il processo di invecchiamento – socialboost.it

Ma non è tutto. Non solo i volontari che hanno ridotto le calorie del 25% hanno registrato un rallentamento del loro tasso di invecchiamento di circa il 2-3% rispetto a quelli che hanno continuato a mangiare normalmente ma, in generale, coloro che hanno ridotto le calorie di oltre il 10% sembravano trarne i maggiori benefici, invecchiando circa l’1% più lentamente rispetto a coloro che non hanno ridotto così tanto l’apporto calorico.

Ma come si fa a misurare l’età biologica? I ricercatori hanno utilizzato tre diversi test, tutti basati sull’analisi dell’attività genetica chiamata metilazione del DNA, un processo che può indicare segni di invecchiamento come l’aumento della pressione sanguigna e un sistema immunitario meno efficace.

Ora, cosa significa in termini pratici? Secondo gli autori dello studio, ciò si traduce in un rischio inferiore di morte prematura dal 10 al 15%. Prima di correre a svuotare il tuo frigorifero, tieni a mente che questo approccio non è per chiunque.

Ci sono moltissimi fattori che contribuiscono a rallentare il processo di invecchiamento, e concentrarsi solo sulle calorie può essere un approccio dannoso o controproducente. Lo spiega anche Calen Ryan, co-autore principale dello studio: la restrizione calorica non è per tutti. Questi risultati sono importanti perché forniscono prove che potrebbe essere possibile rallentare l’invecchiamento umano attraverso la nostra dieta, ma attenzione ad approcci drastici.

Nonostante il comprensibile entusiasmo dei ricercatori, prima di fare cambiamenti drastici e ridurre le tue porzioni ricordati che la consultazione di un esperto di nutrizione è sempre la scelta più saggia.

Federica De Febis

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Federica De Febis

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