Senza la pretesa di sostituire l’iconico espresso, ecco alcuni spunti per una bevanda rinfrescante da gustare anche nelle giornate più calde
Il caffè espresso non è soltanto una bevanda, è una tradizione e non sono solo i puristi a sceglierlo nero, amaro, e bollente in qualsiasi circostanza e con qualunque condizione atmosferica. Tuttavia, quando le temperature si alzano in maniera insostenibile e scoppia l’estate , alcuni consigli per “raffreddare” il caffè e gustarlo in maniera diversa, possono fare comodo. Dal classico caffè “leccese” in ghiaccio al cafè helado cileno, andiamo a vedere insieme le varianti fresh di una delle nostre bevande preferite.
Dal quello “leccese” ai drink freddi a base di caffè di Cile, Vietnam e Australia
Uno dei simboli del Salento, il caffè in ghiaccio leccese coniuga espresso, ghiaccio e latte di mandorla. È stato inventato da Antonio Quarta, della nota famiglia di torrefattori salentini, più di 70 anni fa. Il suo bisnonno, al tempo in cui nessuno aveva il ghiaccio in casa, era l’unico a distribuire il ghiaccio a Lecce e così tutti si recavano nel suo bar a picconare il ghiaccio. Da questo semplice gesto, nacque l’idea di unire il ghiaccio – quello rotto a picconate e quindi in frammenti grossolani – all’espresso.
Cold brew
Il Cold brew richiede una procedura un po’ lunga ma ha come vantaggio il fatto di conservarsi in frigorifero anche per tre giorni. È l’opzione giusta per gli amanti del caffè filtro in cerca di una variante estiva. Il sistema di estrazione, dicevamo, richiede tempi molto lunghi (almeno 7/8 ore). Lo strumento utilizzato si chiama Toddy e si compone di tre parti: una superiore in vetro dove viene posizionata l’acqua fredda, un contenitore centrale per il caffè macinato e una caraffa inferiore per raccogliere il prodotto finale. Il caffè viene attraversato dall’acqua una goccia alla volta, per una percolazione di circa 8 gocce ogni 10 secondi. Le gocce passano attraverso la polvere del caffè, ne catturano le caratteristiche, e ne fuoriescono colorate e ricche di aromi.
Cà phê đá
Già presente nella seconda metà dell’Ottocento in Vietnam (uno dei maggiori Paesi produttori di caffè al mondo) il Cà phê đá è una delle prime forme di caffè freddo della storia. La base è un caffè tostato scuro e macinato grossolanamente, estratto con la french press. Anche in questo caso, come per il caffè leccese, ricorre un elemento dolce, il latte condensato, con aggiunta di ghiaccio. Dal Vietnam questa bevanda, così come il caffè stesso, si è iniziata a diffondere molto di più a partire dai primi anni del Novecento, fino ad arrivare nel Sud America, dove ha dato vita ad altri prodotti, come il Cafè helado.
Cafè helado
Il Cafè helado è una bevanda tipica del Cile. Si tratta di un caffè con ghiaccio fatto con espresso, polvere di caffè, crema chantilly, cannella, semi della bacca di vaniglia, dulce de leche e mandorle tritate o nocciole. A questo drink ipercalorico può essere aggiunto, a piacere, anche del gelato alla vaniglia. Insomma, un dessert più che una bevanda. Oggi non tutti questi elementi vengono utilizzati insieme, e nella maggior parte dei bar cileni c’è la possibilità di scegliere il proprio mix preferito.
Iced coffee australiano
In questa lista non esaustiva, avremmo potuto inserire l’iconico frappuccino di Starbucks. Invece vi proponiamo e parliamo del suo antenato che ha le proprie origini in Australia. Qui, infatti, si trova una versione più contemporanea del caffè freddo, che ha poi scaturito la moda di tante bevande dolci popolari ormai ovunque nel mondo, appunto. Si tratta di una sorta di milkshake non mescolato, servito con gelato e panna montata. La bevanda comprende spesso anche sciroppo, panna, cacao in polvere e chicchi di caffè. Quella attuale è una versione molto più commerciale, addirittura disponibile anche nei distributori automatici. Altre varianti simili sono ampiamente diffuse in Germania, Stati Uniti, Canada.