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Curiosità

Cocktail, quando sono nati e qual è stato il primo?

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Giulia De Sanctis

Scopri la storia dei cocktail, dalle origini nel 1786 con il vermouth al primo cocktail riconosciuto, il Sazerac. Quando sono nati e quale è stato il primo?

Se oggi possiamo gustare tanti fantastici drink, lo dobbiamo alla creatività di grandi personaggi come Antonio Carpano e Jerry “The Professor” Thomas. In questo articolo, esploreremo la storia dei cocktail e le grandi personalità che ne hanno fatto parte.

La parola “cocktail” (dall’inglese cock = gallo e tail = coda) ha origini più antiche di quanto si possa pensare. Alcuni credono che il nome derivi dal colore delle bevande consumate dai contadini inglesi del 1400, simile a quello delle code di gallo. Altri pensano che il riferimento ai volatili sia legato all’usanza di mescolare bevande alcoliche con succhi tropicali usando piume di gallo.

Un’altra teoria suggerisce che il termine possa derivare da un errore di pronuncia della parola coquetier, il contenitore per uova in cui i barman di New Orleans servivano bevande alcoliche.

L’anno zero di questa storia può essere identificato nel 1786, quando il distillatore italiano Antonio Carpano inventa il vermouth. Da allora, nei caffè europei si diffonde la moda del vermouth come aperitivo, favorendo la nascita dei primi miscelati.

Cocktail: quando sono nati e qual è stato il primo?

Qualche anno dopo, nel 1806, il settimanale Balance & Columbian Repository introduce per la prima volta la parola “cocktail”, definendolo come una “bevanda stimolante composta da liquori di vario tipo, zucchero, acqua e amari”. Questi liquori erano generalmente distillati ottenuti dal vino, dall’uva o dalla frutta, come Brandy, Grappa, Acquavite, Cognac, e naturalmente il Vermouth.

Cocktail: quando sono nati e qual è stato il primo? – Pexels @energepic.com – Socialboost.it

 

Oltre a queste, esistono molte altre leggende, e il mistero rimane irrisolto. Tuttavia, è certo che la prima traccia scritta del termine risale al 1806, quando ne viene fornita la definizione su un quotidiano newyorkese dell’epoca, indicando che a quel tempo il primo cocktail della storia era già stato inventato.

La popolarità dei cocktail subisce un colpo a causa della fillossera, che danneggia la produzione vinicola. Tuttavia, questo evento spinge all’uso di spiriti nazionali e internazionali come Gin, Vodka e Rum, miscelati con succhi di frutta, bitter e spezie, segnando l’inizio della grande arte della Miscelazione.

È a questo punto che entra in scena un altro grande personaggio della storia dei cocktail: Jerry Thomas, uno dei mixologist più apprezzati di sempre. Thomas non era solo un eccellente bartender e un genio della mixology, ma anche un vero professionista. Nel 1862, pubblicò la Bar-Tenders Guide (How to mix drinks), il primo libro dedicato alla miscelazione, che contribuì enormemente alla diffusione delle conoscenze su questa nuova arte.

Nel 1920, la storia dei cocktail affronta un altro grande ostacolo, che paradossalmente diventa una spinta in avanti: il Volstead Act sancisce l’illegalità degli alcolici negli Stati Uniti, dando inizio al proibizionismo.

Questo periodo porta alla diffusione degli speakeasy, dove gli alcolici di contrabbando, spesso di scarsa qualità, richiedono la creatività dei bartender per migliorarne il sapore. Nascono così tecniche di aromatizzazione innovative, che ancora oggi sono utilizzate dai bartender di tutto il mondo.

Inoltre, la fuga all’estero di molti mixologist americani porta all’internazionalizzazione dell’arte della mixology, che si unisce alla qualità delle materie prime europee, dando vita a un’epoca fiorente e creativa di sperimentazioni.

Se vogliamo parlare di sperimentazioni, in ogni forma d’arte, inclusa la mixology, non possiamo non menzionare il futurismo. Nel movimento di Marinetti, la stravaganza era onnipresente, nei cocktail come in qualsiasi altro aspetto, esprimendosi nella totale libertà creativa delle famose “poli-bibite”.

Da allora, la fama dei cocktail non ha smesso di crescere, anche grazie all’iconicità creata dal cinema. Celebri scene di film, come quelle di 007, hanno reso il Martini un vero e proprio status symbol, trasformandolo in un drink da celebrità.

Identificare il primo cocktail della storia è una vera sfida. Esiste una lunga lista di cocktail “antichi” considerati precursori dei drink odierni, ma è diffusa la concezione che il primo cocktail mai realizzato possa essere stato qualcosa di simile all’Old Fashioned, una miscela semplice di spirito, zucchero e amaro.

La diffusione dei cocktail è stata globale, ma la loro popolarità ha radici forti negli Stati Uniti. New Orleans è spesso definita la “culla dei cocktail,” città in cui abili mixologist hanno creato molte bevande classiche che ancora oggi vengono servite nei bar di tutto il mondo. Si crede che la Louisiana, e in particolare New Orleans, sia il luogo da cui tutto ebbe inizio, e che potrebbe essere nato lì il capostipite della mixology moderna. L’ipotesi più plausibile è che il primo cocktail della storia sia stato il Sazerac.

Il Sazerac è un cocktail intriso di storia e cultura: da sempre simbolo della città di New Orleans (dal 2008 diventato ufficialmente cocktail dello Stato della Louisiana), è considerato uno dei drink miscelati più antichi. Non è comune ordinare questa bevanda oggi, ma era molto popolare prima della guerra civile americana, quando veniva servito utilizzando come base il cognac Sazerac de Forge et Fils, da cui prende il nome, il più diffuso all’epoca nei paesi francofoni d’oltreoceano. Sul sito della Sazerac Company, è ancora possibile acquistare questo eccellente prodotto, insieme al whisky bourbon Buffalo Trace, prodotto nello stesso modo da oltre 200 anni.

Inizialmente, gli ingredienti per realizzare questo cocktail erano:

  • Cognac Sazerac de Forge et Fils;
  • Peychaud’s bitter;
  • una zolletta di zucchero;
  • scorza di limone.

Nei primi anni del ‘900, l’uso del cognac nel Sazerac venne sostituito dal Whisky Rye e fu aggiunto un goccio di assenzio, rendendo questo cocktail a base di whisky unico e particolarmente popolare.

Il Sazerac ha una ricetta unica che incarna l’essenza dei cocktail del XIX secolo. Per prepararlo secondo la ricetta moderna, servono i seguenti ingredienti:

  • 60 ml di Rye Whiskey (consigliamo, ad esempio, il whisky Wild Turkey Rye o il whisky Bulleit Rye Small Batch)
  • 1 zolletta di zucchero
  • 3 gocce di Peychaud’s Bitter
  • Assenzio (assenzio francese o assenzio americano)
  • Ghiaccio

Oltre ai whisky proposti, puoi usare anche il Jack Daniel Rye o il Jim Beam Rye. In alternativa, puoi provare a realizzarlo con la ricetta originaria, utilizzando uno dei cognac di qualità che puoi acquistare online su My Spirits.

Per realizzare il Sazerac, serve un bicchiere Tumbler basso raffreddato, e si prepara con la tecnica Stir, simile all’Old Fashioned.

  1. Inizia versando alcune gocce di Peychaud’s Bitter sulla zolletta di zucchero.
  2. Mescola il tutto con una piccola quantità d’acqua fino a sciogliere completamente lo zucchero.
  3. Aggiungi il Rye Whiskey e infine il ghiaccio.
  4. Prepara il bicchiere di servizio bagnando le pareti con dell’assenzio per aromatizzarlo.
  5. Filtra la miscela nel bicchiere preparato, eliminando il ghiaccio, e aggiungi una scorza di limone per guarnire.

 

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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