Avete mai sentito parlare del cane procione? È un animale originario dell’Asia e che si contraddistingue per una serie di caratteristiche davvero peculiari. Conosciamo meglio questo curioso esemplare
Alzi la mano chi non ha mai sentito nominare almeno una volta la parola “nittereute”.
Siamo sicuri che più o meno tutti la mano l’avrete alzata.
Stiamo parlando infatti di un animale non poi così comune, ma davvero curioso e che merita di essere conosciuto: il cane procione.
Cane procione, caratteristiche di un animale davvero singolare
Il cane procione, noto anche come cane viverrino o nittereute, è un animale dalle sembianze simili a quelle del procione, ma geneticamente più affine alla volpe.
Si tratta del cane selvatico più antico del Mondo, le cui origini possono essere circoscritte all’area dell’Asia orientale, sebbene questo esemplare sia stato poi introdotto anche in Europa dagli uomini.
Il suo nome scientifico, Nyctereutes procyonoides, deriva dal greco antico “nycto” = “notte” ed “ereutes” = “che si aggira”.
È quindi facilmente intuibile come il cane procione sia un procionide prevalentemente attivo durante le ore notturne.
Esso appartiene alla famiglia dei Canidi, di cui è una specie peculiare, dal momento che, pur mostrando caratteristiche tipiche dei caniformi come i procionidi e i tassi, il cane procione è geneticamente più simile a una forma primitiva di volpe.
Dalla corporatura robusta e dalla movimentazione lenta, questo canide è spesso scambiato per un procione, ma da tale animale presenta significative differenze, sia in termini di dimensioni che di forma del cranio, oltre che nel numero di cromosomi.
Il cane procione è un canide di dimensioni ridotte, caratterizzato da un torace allungato, una coda corta e zampe snelle.
Da adulto può raggiungere una lunghezza massima di circa 68 cm e pesare dai 4 kg in estate fino a un massimo di 10 kg in inverno, quando accumula pelo e grasso in preparazione del letargo.
Il suo muso è distintivo, con una mascherina di pelo nero e lunghi peli sulle guance, mentre il mantello può presentare variazioni di colore che vanno dal giallo al grigio e al rosso, con alcuni peli neri sulla schiena, sulle spalle e lungo la zona dorsale della coda.
Si tratta di animale onnivoro e prevalentemente notturno, il quale mostra un comportamento strettamente monogamo e difende il proprio territorio anche dagli esemplari della stessa specie.
Durante l’inverno, il cane procione, come anticipato, va in letargo, motivo per cui accumula grasso sottocutaneo e interno, così da sopravvivere alle rigide condizioni climatiche.
Dall’Asia all’Europa
Il cane procione è considerato il più antico cane selvatico del pianeta, con una storia evolutiva che risale a circa 6 milioni di anni fa, durante il Miocene superiore.
Gli studiosi affermano che gli antenati del genere Nyctereutes migrarono dall’America del Nord verso l’Asia (in particolare in Cina e Giappone), dove si diffusero e svilupparono in diverse specie più evolute.
Successivamente, queste specie si spostarono anche in Europa (soprattutto nella regione del Caucaso e in alcune zone della Russia), dando origine alla varietà attuale di cane procione.
Il tanuki, altro modo in cui viene chiamato il cane procione, ha però un forte legame soprattutto con il Giappone, fin dai tempi più remoti.
In passato, in questo Paese il termine “tanuki” era usato per descrivere mammiferi di medie dimensioni, simili ai gatti selvatici.
Considerato birichino e astuto, il cane procione è spesso associato alla capacità di cambiare forma e persino di travestirsi per difendersi.
Basandosi su questa idea, in Giappone sono state erette parecchie statue raffiguranti, per esempio, dei tanuki travestiti da tartarughe, con il caratteristico carapace sulle spalle.
Parliamo di statue spesso esagerate nei dettagli dello stomaco e dei testicoli e che sono diventate icone comiche della cultura e del folklore giapponese.
Oltre alle statue, esistono anche molte leggende e racconti che narrano di come il cane procione ingannasse monaci e cacciatori con i propri travestimenti.
Questo animale è considerato, inoltre, anche un simbolo di fortuna.
Il cane procione è associato infatti a otto caratteristiche speciali:
- Cappello per proteggere dai problemi e dal maltempo.
- Occhi grandi per osservare ogni cosa e aiutare a prendere decisioni.
- A volte hanno una boccetta di sakè come simbolo di virtù.
- La loro lunga coda conferisce sicurezza per raggiungere il successo.
- Testicoli grandi per il denaro.
- Una lettera per la fiducia.
- Uno stomaco grande che rappresenta decisioni prese con audacia e calma.
- Sorriso che esprime amicizia.
Qualche curiosità
Il cane procione è noto per la sua monogamia, il che fa di lui una vera e propria eccezione nella vasta gamma di comportamenti riproduttivi del regno animale.
Questi affettuosi animali si legano a un compagno per l’intera vita, evitando le consuete lotte competitive per il corteggiamento delle femmine.
Dopo il parto, le femmine si allontanano per cacciare, mentre i maschi assumono il ruolo di genitori, dedicandosi alla cura dei cuccioli, solitamente da cinque a sette.
Nonostante la loro natura pacifica, i cani procione sono notoriamente paurosi, una caratteristica che può mettere a rischio la loro sopravvivenza.
Sebbene somiglino decisamente ai procioni, i tanuki non sono imparentati con loro, ma con lupi e cani.
Ecco spiegato il perché questo animale può pesare tra 4 e i 9 kg e raggiungere una lunghezza di circa mezzo metro.
Il folto pelo serve a proteggerlo dalle basse temperature delle zone fredde in cui vive, mentre la coda spessa e lunga, simile a quella dei procioni, e le orecchie corte completano il caratteristico aspetto.
Proprio la pelliccia folta e resistente, seppur ispida, è una delle caratteristiche più apprezzate dei cani procione.
Essa viene infatti utilizzata principalmente per finiture, mentre in Giappone viene usata anche nella preparazione di pennelli e peluche.
Nonostante l’Europa sia uno dei principali produttori di pellicce, con oltre 5.000 allevamenti distribuiti in 22 Paesi, nel nostro continente è stato però vietato l’allevamento e la commercializzazione del cane procione, a causa del suo status di specie infestante.
L’aspetto buffo e amichevole del cane procione potrebbe spingere molte persone a pensare che si tratti di un perfetto animale domestico, ma in realtà è fondamentale comprendere che questo esemplare è un invasore potenzialmente dannoso per gli ecosistemi.
Una volta introdotto in un nuovo habitat, il cane procione tende infatti a sovrastare le specie autoctone, motivo per cui tenere in casa un cane procione è vietato in Italia, così come in molti altri Stati.