Presenti in tre dei continenti del mondo, lo studio di questi fenomeni può aiutarci a capire la relazione tra la vegetazione e il clima
Grazie all’analisi di immagini satellitari tramite intelligenza artificiale, oggi abbiamo scoperto che esistono formazioni misteriose conosciute come “cerchi delle fate” che si trovano in almeno 15 Paesi in tutto il mondo, sparsi su tre continenti.
Il nome stesso suggerisce un alone di mistero, ma la loro esistenza è reale ed è importante studiarli.
Scopriamo allora insieme che cosa sono i cerchi delle fate, e perché non sono da sottovalutare nello studio della vegetazione mondiale e del clima.
I cerchi delle fate sono formazioni misteriose costituite da cerchi regolari di terra nuda circondati da erba alta, distribuiti in zone aride in tutto il mondo.
Sono appunto riconoscibili per la loro struttura altamente regolare, costituita da una zona priva di vegetazione al centro e da spesse ciuffi d’erba che crescono lungo la circonferenza, creando un anello di vegetazione che sembra disegnato (dalla magia).
In passato, questi cerchi erano stati documentati solo nelle regioni desertiche del Namib in Africa e in Australia. Ma di recente uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences ha dimostrato che tali cerchi esistono anche in molte altre parti del mondo, dal Sahara occidentale al Corno d’Africa, dal Madagascar al sudest asiatico.
La diffusione di queste formazioni è quindi tipica delle regioni aride. Utilizzando modelli basati su intelligenza artificiale, un gruppo di ricercatori ha esaminato un vasto numero di immagini satellitari, rilevando pattern di vegetazione associati ai cerchi delle fate in almeno 263 siti distribuiti in 15 Paesi, e tre continenti diversi.
Questa scoperta ha permesso di identificare i fattori ambientali che influenzano la distribuzione di questi cerchi. Ad esempio, aree caratterizzate da bassi livelli di azoto nel terreno e precipitazioni medie inferiori a 200 millimetri all’anno sono spesso associate a tali formazioni.
La ragione principale per cui suscita tanto interesse comprendere l’origine e la distribuzione globale dei cerchi delle fate è legata alla comprensione del loro impatto sugli ecosistemi e all’identificazione dei fattori ambientali che ne determinano la presenza.
Emilio Guirado, il primo autore dello studio sopracitato e ricercatore presso il Laboratory of Ecology of Arid Zones and Global Change dell’Università di Alicante, in Spagna, afferma che ciò è essenziale per una migliore comprensione delle cause alla base di questi modelli di vegetazione e della loro rilevanza ecologica.
Nel corso degli anni, diversi gruppi di ricerca hanno formulato diverse teorie sull’origine di questo fenomeno, senza identificarne una più sicura e certa delle altre.
Tuttavia, una delle spiegazioni più accreditate suggerisce che questa disposizione particolare consenta alle piante di ottimizzare l’uso dell’acqua, una risorsa spesso limitata in zone aride o persino desertiche, che notoriamente procede in strutture circoncentriche.
La questione principale, però, riguarda anche la possibile correlazione tra la presenza di questi pattern e la salute degli ecosistemi in cui si manifestano. L’atlante globale generato da questo studio potrebbe essere utile, ad esempio, per valutare la resistenza delle piante nei cerchi delle fate ai cambiamenti climatici, inclusi gli aumenti delle temperature globali.
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