Costellazioni: ecco come riconoscerle nei cieli estivi

Guida minima per trovare le costellazioni più facili da osservare e farsi venire la voglia di scoprirne altre

Ogni notte, a seconda del luogo, delle condizioni atmosferiche e del livello di inquinamento luminoso, si possono osservare centinaia o migliaia di stelle. L’inquinamento luminoso è il principale ostacolo all’osservazione del cielo, soprattutto in Europa.

Nonostante molti abbiano familiarità con i nomi di alcune costellazioni come Orsa Maggiore, Cassiopea o Lira, e quelle zodiacali, la maggior parte delle persone conosce poco l’osservazione e il riconoscimento di pianeti, stelle e costellazioni.

Come riconoscere le costellazioni nei cieli estivi (inquinamento luminoso permettendo)

Una costellazione è un raggruppamento convenzionale di stelle che, idealmente, formano figure mitologiche, animali o oggetti. Questi raggruppamenti sono puramente visivi e non hanno rilevanza fisica o scientifica, poiché le stelle che li compongono sono molto diverse tra loro, non interagiscono e si trovano a distanze enormi in tutte le direzioni dello spazio.

Tuttavia, a causa degli effetti prospettici, dal nostro punto di osservazione sulla Terra appaiono come se fossero sullo stesso piano, permettendoci di identificarle più facilmente.

Costellazioni: ecco come riconoscerle nei cieli estivi
Costellazioni: ecco come riconoscerle nei cieli estivi – @https://starwalk.space/ – Socialboost.it

 

Quasi un secolo fa, nel 1930, l’Unione Astronomica Internazionale ha formalizzato un elenco di 88 costellazioni, suddividendo così la sfera celeste in 88 settori con confini definiti, facilitando l’identificazione delle stelle all’interno di ciascuna costellazione.

La sfera celeste è un concetto immaginario, una sorta di guscio esterno della Terra, su cui sembrano proiettati stelle e corpi celesti. Questo sistema fornisce punti di riferimento condivisi per l’osservazione del cielo stellato dalla Terra.

Le costellazioni spesso portano nomi legati alla mitologia classica, in particolare quella greca, per quanto riguarda le costellazioni boreali, visibili dall’emisfero nord della Terra.

Al contrario, le costellazioni australi, osservabili dall’emisfero sud, tendono ad avere nomi più moderni e creativi, attribuiti da astronomi e navigatori. Le costellazioni dello zodiaco si trovano in una fascia immaginaria lungo il percorso apparente del Sole nel cielo durante l’anno, noto come “piano dell’eclittica”. Questa zona è anche dove si possono osservare i pianeti, motivo per cui è stata oggetto di studio fin dall’antichità.

I pianeti, pur essendo molto più piccoli delle stelle, appaiono nel cielo come punti luminosi simili a stelle a causa della loro relativa vicinanza alla Terra. Tuttavia, possono essere distinti per una caratteristica: poiché riflettono la luce del Sole invece di emetterla direttamente, i pianeti appaiono come punti luminosi “stabili”, mentre le stelle, a causa della loro distanza e di altri fenomeni, sembrano tremolare (un effetto noto come “scintillio”). I pianeti visibili a occhio nudo, a seconda dell’ora della notte, includono Mercurio, Marte, Venere, Giove e Saturno.

Le stelle, e quindi le costellazioni, non appaiono fisse nel cielo a causa della rotazione della Terra sul proprio asse. Ogni minuto, l’intera sfera celeste sembra muoversi: la maggior parte delle stelle sorge a est e tramonta a ovest, come fa il Sole ogni giorno.

Di conseguenza, per osservare alcune costellazioni, bisogna seguirle durante la notte mentre si spostano verso ovest, fino a scomparire dall’orizzonte. Tuttavia, non tutte le costellazioni seguono questo movimento.

Le costellazioni circumpolari, infatti, sono gruppi di stelle che restano visibili tutto l’anno perché si trovano vicino al polo nord celeste, il punto nel cielo verso il quale è orientato l’asse di rotazione terrestre nell’emisfero nord (esiste un punto corrispondente anche nell’emisfero sud). Queste costellazioni non tramontano mai, rimanendo sempre visibili nella parte alta della volta celeste, offrendo così punti di riferimento stabili per l’orientamento notturno.

L’osservazione delle costellazioni è ulteriormente complicata dal movimento della Terra intorno al Sole, oltre alla rotazione su sé stessa. Questo movimento orbitale provoca un cambiamento graduale nel cielo notturno ogni notte.

Una costellazione visibile in una certa posizione questa notte sarà leggermente spostata la notte successiva e ancora di più tra uno o due mesi. Questo è il motivo per cui le costellazioni sono più o meno visibili a seconda delle stagioni: non scompaiono completamente, ma ci sono periodi dell’anno in cui sono visibili per un tempo più lungo durante la notte.

Le costellazioni “annuali” e quelle estive

L’Orsa Maggiore è probabilmente la costellazione più nota e citata tra quelle circumpolari, grazie alla sua costante visibilità alle nostre latitudini. Le sue sette stelle più luminose formano il Grande Carro, un asterismo facilmente riconoscibile che costituisce parte della costellazione.

Per individuarla, basta guardare verso nord (potete utilizzare la bussola dello smartphone) e cercare alcune stelle brillanti disposte in modo da formare una sorta di mestolo.

Costellazioni: ecco come riconoscerle nei cieli estivi
Costellazioni: ecco come riconoscerle nei cieli estivi – Wikimedia Commons @Roberto Mura – Socialboost.it

 

Il Grande Carro è anche utile per trovare un’altra stella importante nel cielo. Utilizzando le due stelle più esterne a destra del Carro, Dubhe e Merak, e tracciando una linea immaginaria che si estende per cinque volte la distanza apparente tra queste stelle, si arriva alla Stella Polare. Questa stella, la più brillante nei pressi del polo nord celeste, è un fondamentale punto di riferimento per l’orientamento.

Da lì, è possibile individuare l’Orsa Minore, un’altra costellazione circumpolare che contiene il Piccolo Carro. Questo asterismo è simile al Grande Carro dell’Orsa Maggiore, ma di dimensioni ridotte. La Stella Polare si trova all’estremo del Piccolo Carro, fungendo da punto terminale, mentre il resto della costellazione è visibile sopra di essa.

Cassiopea, come l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore, è una costellazione circumpolare visibile alle nostre latitudini. Situata vicino al polo celeste, ruota intorno a questo punto in senso antiorario. È situata dalla parte opposta dell’Orsa Maggiore rispetto alla Stella Polare e ha una forma distintiva che ricorda una “M” o una “W”, a seconda del periodo di osservazione. Cassiopea è attraversata dalla Via Lattea, la nostra galassia, rendendo quella parte del cielo particolarmente ricca di ammassi stellari e quindi più luminosa.

Per osservare le costellazioni durante l’estate si usa spesso come riferimento il “triangolo estivo”, un triangolo rettangolo formato da tre stelle luminose: Altair, Deneb e Vega. Vega, che è la quinta stella più luminosa del cielo visibile a occhio nudo, appare di colore bianco-azzurro e durante l’estate si trova molto alta nel cielo, quasi allo zenit, leggermente verso sud.

Identificata Vega, è abbastanza semplice individuare anche Altair e Deneb, posizionate come nel diagramma seguente. Riconoscere il triangolo estivo è utile per localizzare altre costellazioni nel cielo notturno estivo.

Deneb, uno dei vertici del triangolo estivo, si trova nel nord-ovest ed è la stella più luminosa della costellazione del Cigno. D’estate, alle nostre latitudini, Deneb culmina a mezzanotte, apparendo molto alta nel cielo.

La costellazione del Cigno assomiglia idealmente a un uccello in volo verso sud, si estende lungo la Via Lattea e contiene numerosi oggetti celesti come ammassi stellari e nebulose, noti per le loro caratteristiche. La stella Albireo rappresenta il becco del cigno, mentre la coda è Deneb, il cui nome deriva dall’arabo “dhanab”, che significa appunto “coda”.

La Lira, sebbene più piccola del Cigno, è facilmente riconoscibile grazie alla presenza di Vega e perché raggiunge il suo punto più alto in cielo a mezzanotte nel mese di luglio.

Per individuare la Lira, si possono usare come riferimenti Vega a est e la costellazione del Cigno a ovest. Il becco del Cigno si trova vicino a uno dei vertici della Lira, visibile come un parallelepipedo con un piccolo manico, con Vega all’estremità. La forma ricorda quella di una lira, uno strumento musicale che, secondo la mitologia greca e romana, era utilizzato da Mercurio e successivamente da Orfeo.

Anche l’Aquila è facilmente individuabile usando il “triangolo estivo” come riferimento, poiché una delle sue stelle principali, Altair, forma uno dei vertici del triangolo. Altair si trova a circa 16 anni luce dalla Terra, rispetto ai 1.600 anni luce di Deneb, dove termina la coda del Cigno. La costellazione appare idealmente come un’aquila in volo, e Altair si trova nella sua parte nord-orientale, vicino agli ammassi stellari e alle polveri visibili nella Via Lattea.

Gestione cookie