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Curiosità

Dischi in vinile, come sono fatti e come funzionano?

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Alessia Barra

I dischi in vinile non perdono mai il loro fascino, ecco come funzionano e perché sono insostituibili anche oggi

Probabilmente, se siete dei veri fan di un cantante o di una band, avete almeno un suo vinile appeso alla parete, incorniciato e ben visibile come una sorta di altarino. Dal momento che non disponete di un giradischi e non potreste ascoltarlo nemmeno volendo, siamo piuttosto certi che non lo tiriate mai fuori dalla sua teca.

Eppure, dopo aver letto questo articolo, scommettiamo che vi verrà voglia di tirarlo giù dalla parete e ascoltarlo per davvero. 

Cosa sono i dischi in vinile e quando sono stati inventati?

I dischi in vinile sono stati inventati nel 1948 e devono il loro nome al tipo di materiale da cui sono costituiti ovvero il cloruro di polivinile. Ciò che li caratterizza maggiormente sono dei solchi sulla superficie, difficili da vedere ad occhio nudo ma importantissimi per poter ascoltare il vinile.

Questi solchi, infatti, contengono le informazioni audio che il giradischi riesce a leggere percorrendoli con la sua puntina.

La puntina, o stilo, del giradischi percorre il solco e traduce le variazioni nei solchi in vibrazioni che vengono poi amplificate e trasformate in un suono percepibile dal nostro orecchio.

Come viene prodotto un disco in vinile?

La traccia audio viene registrata con dei microfoni e poi viene incisa su un supporto di alluminio attraverso una puntina vibrante, che darà a quei solchi un tracciato caratteristico e distintivo del brano.

Questo supporto in alluminio serve per poter dare vita al vinile, infatti fungerà da stampo per realizzare il tipico disco in cloruro di polivinile.

In poche parole, il brano viene letteralmente inciso con una puntina e successivamente letto da una puntina dello stesso spessore, perfettamente compatibile con le dimensioni dei solchi impressi. 

Velocità di riproduzione dei vinili

I dischi in vinile sono progettati per girare a velocità differenti che si misurano come giri al minuto, ovvero RPM.

Rispettivamente un vinile ha una velocità di circa 33 RPM se contiene circa 45 minuti di musica registrati al suo interno, o meglio tracciati al suo interno; 45 RPM per i singoli o addirittura 78 RPM per i dischi più vintage, velocità che ad oggi non ha quasi più nessun disco. 

Differenze di suono tra CD e vinile

I dischi in vinile garantiscono un suono più caldo e caratteristico rispetto ai CD.

Il fatto che il suono di un vinile sia analogico, permette di catturare tutte le sfumature del suono, compresi dei dettagli che un formato digitale non potrebbe mai riprodurre.

Il CD si basa invece su un suono digitale: la musica viene campionata e quindi convertita in dati digitali numerici con un certo tipo di frequenza. La qualità del suono risulta ottima e pulita ma può comunque perdere delle micro informazioni presenti invece nella registrazione originale. 

A livello di conservazione, il CD si preserva meglio rispetto al vinile, che invece rischia di usurarsi e rovinarsi per colpa di polvere o graffi che vanno anche ad alterare il suono di ciò che viene poi riprodotto dal giradischi. 

Come ascoltiamo la musica oggi?

Il mondo musicale di oggi si basa quasi esclusivamente sullo streaming online e sono poche le persone che si recano ancora in un negozio di CD per comprare il loro album preferito.

In un mondo in cui la musica è a portata di smartphone e a costi minimi, si è andati sempre più oltre al materiale e ci si gode la musica in modo “astratto”, ovvero tenendola a portata di click o di tocco sul cellulare.

Da un lato questo ha portato a una maggiore accessibilità della musica, alla nascita delle playlist condivise, delle community online e via discorrendo, tuttavia i CD, e ancora di più i vinili, hanno scritto la storia e fa male pensare che le nuove generazioni quasi non sappiano nemmeno più di cosa si tratta…

Riscoprire il vinile vuol dire ascoltare un brano che conosciamo a memoria e rimanere comunque stupiti per la differenza di suono che presenta, essere avvolti dalla melodia e dalla traccia in un modo nuovo e speciale.

Perciò, vi consigliamo di staccare dalla parete il vinile del vostro cantante preferito, acquistare un giradischi e scoprire quante piccole sfumature della sua musica rischiavate di perdervi.

Non occorre essere un collezionista o un amante della musica retrò per apprezzare i vinili, e lo dimostra il fatto che molti album attuali vengono prodotti ancora in questo formato, per dare agli ascoltatori la possibilità di vivere un’esperienza d’ascolto ancora più immersiva.

Alessia Barra

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Alessia Barra

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