È tra i comici più stimati e amati dagli italiani. Faccia pulita, battute genuine e sorriso sempre alla mano: stiamo parlando di Enrico Brignano. Apprezzato comico, nella sua carriera Brignano è stato anche cabarettista, showman, attore, regista e doppiatore. Un curriculum denso di esperienze e collaborazioni, che l’hanno portato a solcare i palchi più grandi e importanti d’Italia. In un’intervista al Corriere della Sera, il comico si è lasciato andare ad una lunga conversazione in cui ha parlato non solo dei suoi successi lavorativi, ma anche della sua vita privata: a partire dall’infanzia a Dragona, periferia sud di Roma, fino al matrimonio con Flora Canto, avvenuto il 30 luglio del 2022.
La coppia, insieme dal 2014, ha due figli, ed è convolata a nozze un anno fa. Tanta l’emozione per Brigano, che nell’intervista racconta qualche aneddoto sul matrimonio e sulla vita coniugale con Flora. Il comico ha anche svelato un particolare sul giorno delle nozze che ha rischiato di mandare all’aria tutta la cerimonia: cosa sarà mai successo?
Un matrimonio a rischio
Come rivelato al giornalista del Corriere, ad Enrico Brignano è venuto il colpo della strega il giorno del matrimonio: “Colpa dell’aria condizionata a -18. Un male cane. ‘Corri e porta il bisturi’ supplicai il dottore. La tata Laura mi ha fatto un siringone alle 10 e uno alle 15, la sera al ricevimento ho pure ballato”, ha dichiarato. Ma come si sente il comico ad un pugno di giorni dall’anniversario? “Non avrei scommesso sulla crisi del settimo mese, invece… Si sono lasciati Albano e Romina, Totti e Ilary, noi no, anche se io non ho Rolex, al massimo porto lo Swatch”, ride. E scherza anche sulle ‘liti familiari’: “Io sistemo le ciabatte al lato del letto, Flora potrebbe mettere i calzini sul divano”.
Brignano parla anche dell’infanzia nella sua famiglia, in un racconto denso di nostalgia e affetto: “Famiglia piccolo-borghese, quel poco che avevi te lo facevi bastare. Papà faceva il fruttivendolo. Pulivo le verdure, spostavo le cassette. I bambini devono imparare, sennò crescono che non sanno fare niente, manco la pasta, non sanno se ci vuole l’acqua o si cuoce al sole. Per divertirsi c’era il campetto. O le giostre, alla festa patronale di Santa Maria Ausiliatrice, ‘Tieni ‘ste cinquemila lire e portami il resto’. La prima camera da solo l’ho avuta a 30 anni, quando sono andato via di casa”. E spazio anche alle prime esperienze come ‘attore‘: “Sul mitico trenino Roma-Lido che prendevo ogni giorno per andare a scuola. Studiavo da tecnico di industrie meccaniche perché, come diceva mio padre ‘un pezzo di carta ce vò, quanno è là… ehè…’ . Tra una fermata e l’altra proponevo le imitazioni: Corrado, Mike, Vanoni, Fabrizi, Fanfani e Andreotti. La gente si divertiva. Ma io controllavo chi non rideva. Mi prendeva d’aceto. E mi accanivo finché non cedeva”.
Ma è stato forse l’incontro con Proietti a cambiare tutto. Dopo avergli visto promuovere il suo laboratorio teatrale in tv, Brignano volle andare a Trastevere per chiedere informazioni. Poi l’incontro con il maestro: “Quando Gigi entrò, quasi non riuscivo a parlare, ero tesissimo, volevo morire sul posto. Lui impassibile. Disperato, attaccai con lo sketch dell’annuncio dei treni in partenza, ripetuto in ogni dialetto. Alla fine ridevano tutti i provinanti. E pure Gigi. Mi ero fatto le ossa con le serenate sotto ai balconi. In sei, vestiti da Rugantino, pantaloni di velluto pure ad agosto. Ci davano 700 mila lire, una piotta a testa”.
Roma, gli amici e Giorgia Meloni
Brignano racconta poi la Roma di oggi. Con un velo di amarezza, sottolinea come si stia sempre più delineando un distacco culturale tra i romani, la loro storia e le loro tradizioni. Per Brignano oggi la romanità è sinonimo di cafonaggine e goffaggine. “Siamo in caduta libera, nel declino totale anche della lingua. Ridotti al ‘Bella, fratè’. La romanità vera non c’è più. Quella di adesso, auto a noleggio e mazzette di soldi mostrate su TikTok, non mi piace, è cafona e sgraziata. Il coatto buono di cuore non esiste più, rimpiazzato da gente che si tatua il filo spinato sul braccio o si fa il polpaccio nero, manco avesse strusciato contro la marmitta”. Il comico vira poi sui suoi migliori amici, che però non sono del mestiere: il motivo? Una questione di igiene mentale. “Nel mio ambiente mi trovo bene con Salemme e Panariello, Maurizio Casagrande, Max Tortora, Lillo. Ma quando hai bambini piccoli, molti ti cancellano. Altro che drink e aperi-cena, noi al massimo chiediamo: Ce l’hai lo Zymil?”.
Ma Roma si sa, è grande… ma può essere molto piccola sotto certi aspetti. E allora Brignano rivela un piccolo particolare sul presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, suo vicino di casa: il premier abita “a due appartamenti dal mio. La sento cantare. Ci incontriamo ai bidoni con i sacchetti dell’umido”, ha rivelato.