In occasione dell’uscita di Fallout, scopriamo insieme dieci film post-apocalittici da vedere assolutamente
Il mondo di Fallout si presta molto bene alla narrazione passiva, poiché ricco di dettagli e personalità senza essere troppo legato a un canone specificio o a una cronologia in particolare, e questo chiunque abbia giocato a un gioco della serie lo sa.
Infatti Fallout è sbarcato come serie TV su Amazon Prime Video e non poteva scegliere momento storico migliore per uscire dato il continuo chiacchiericcio su un possibile ritorno dell’atomica e dell’apocalisse nucleare.
La storia del cinema è sempre venuta incontro a chi voleva esorcizzare la paura, soprattutto post-Seconda Guerra Mondiale: ci sono infatti moltissimi film dove è presente la minaccia nucleare, sia come protagonista che sullo sfondo come in Godzilla.
Fallout, però, parla del dopo, del mondo dopo le bombe e su questo tema c’è relativamente meno materiale, anche se comunque qualche altra produzione c’è.
Iniziamo con Come vivo ora, film di Saoirse Ronan che prima di tutto è una romance, ma ambientata in un mondo nel quale all’improvviso la minaccia nucleare smette di essere speculativa per diventare reale.
Flop clamoroso al box office, è comunque un’interessante riflessione su come sia vivere in una relativa normalità quando nel resto del mondo cadono le bombe.
Altro titolo è Mad Max, in particolare Fury Road che non è solo un film postnucleare, ma la questione atomica è centrale al punto di caratterizzare tutta l’estetica dei War Boys di Immortan Joe.
Anche gli altri Mad Max hanno la vibe post apocalittica, a eccezione del primo nel quale la situazione non è ancora ben definita e non ha intriso ogni aspetto del mondo di Max.
Inoltre ha ricevuto numerosi riconoscimenti e il plauso della critica, venendo candidato a dieci Oscar e aggiudicandosene sei, risultando il secondo film maggiormente candidato e il più premiato dell’edizione del 2016, nonché il primo film della serie a ottenere candidatura agli Oscar e a vincerne.
Versione demente e al femminile di Mad Max, con una Lori Petty assolutamente incontenibile, Tank Girl è una perla dimenticata degli anni ’90, una classica storia postapocalittica (anche se non necessariamente postnucleare, ma non sarà la prima eccezione della lista) raccontata però con uno spirito anarchico, coloratissimo, irriverente e molto, molto caotico. Segnaliamo tra l’altro la presenza di una giovanissima Naomi Watts.
Testament è la triste storia di una piccola comunità californiana che sopravvive all’olocausto nucleare ma rimane chiusa in sé stessa e finisce per sfaldarsi dall’interno. Oltre a un’ottima Jane Alexander, segnaliamo nel cast anche Kevin Costner in uno dei suoi primi ruoli (ma non l’ultimo nel quale si è occupato di postapocalisse).
The Book of Eli, grazie soprattutto a Denzel Washington, si è guadagnato negli anni un seguito di fan affezionati. Al di là dei gusti, comunque, è impossibile non citarlo, visto che è probabilmente la cosa più vicina a un film di Fallout che sia mai stata girata.
Film per la TV prodotto da ABC, The Day After – Il giorno dopo è un film che immagina una classicissima guerra nucleare tra USA e Unione Sovietica (è del 1983), e racconta le sue possibili conseguenze con afflato quasi cronachistico. Lo vide persino Ronald Reagan, commentando che l’aveva reso incredibilmente depresso.
The Divide è drittissimo e cattivo come tutti i film del regista Xavier Gens: si tratta della storia di un attacco nucleare e delle sue conseguenze sugli abitanti di un normale condominio. È tutta una vicenda di spazi chiusi, claustrofobia, paranoia e soldati cattivi: sconsigliato se siete già di cattivo umore.
Altra eccezione è The Road, visto che nel film tratto dal romanzo di Cormac McCarthy non viene indicata la motivazione nucleare dietro all’apocalisse (in realtà non viene data alcuna spiegazione dello stato in cui si trova il mondo).
Poi c’è la risposta inglese a The Day After, ovvero Threads: è un film TV prodotto dalla BBC sostenuto da un minuzioso lavoro di ricerca sugli effetti dell’inverno nucleare, completamente disinteressato alla poesia e concentrato interamente sul lato documentaristico del progetto, è uno dei film più deprimenti mai usciti in oltre 100 anni di storia del cinema.
Infine A Boy and his Dog, antesignano tra l’altro dell’altrettanto postapocalittico Love & Monsters, è una commedia nucleare su un ragazzo che gira per il deserto che sono gli Stati Uniti in compagnia del suo cane telepatico, che ha la caratteristica di individuare donne da fargli stuprare e comunicargliene la posizione.
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