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Curiosità

Giornata di Winnie the Pooh, com’è nato il celebre orsetto?

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Alessia Barra

Tenero e goloso di miele, Winnie the Pooh ha compiuto ufficialmente 95 anni. Sicuri di sapere tutto su quest’orsetto?

Questo orsetto ci ha accompagnati per tutta la nostra infanzia con la sua immancabile magliettina rossa e le sue scorte di miele. Ci siamo avventurati con lui nel Bosco dei Mille Acri e abbiamo sempre sognato di poterlo abbracciare almeno una volta.

Oggi viene festeggiata la giornata mondiale di questa storica animazione, ma nonostante Winnie the Pooh sia famoso in tutto il globo, i retroscena di questo orsetto potrebbero stupirvi, o meglio, rattristarvi.

Pare proprio che dietro a questo dolce orsetto goloso di miele si nasconda una storia drammatica e triste. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Fate le valigie e seguiteci alla New York Library, perché è proprio da lì che dobbiamo cominciare questo racconto.

Il peluche che prende vita nella storia

Alan Alexander Milne ha dato vita a Winnie the Pooh ispirandosi ad alcuni pupazzi del figlio Christian. Tutt’ora è possibile vedere l’originale orsetto dal pelo giallo nella Children’s room della New York Library. Ma cosa spinse quest’uomo a inventare un’intera storia su un semplice peluche? Per rispondere a questa domanda dobbiamo scoprire qualcosa di più su Alan Milne.

Alan Milne e i suoi traumi di guerra

Alan nacque nel 1882 a Kilburn, vicino a Londra, e si arruolò durante la prima guerra mondiale. Per sua fortuna, venne congedato nel 1919 senza mai essersi sporcato le mani di sangue, eppure questa fu solo una magra consolazione per lui. I momenti terribili visti durante la guerra e le scene macabre di morte, infatti, lo avrebbero perseguitato per tutta la vita e Alan lo sapeva bene.

Purtroppo gli orrori non finirono qui, perché quando sopraggiunse Hitler, lo scrittore si oppose duramente all’hitlerismo considerandolo un male ancora peggiore della guerra che lui stesso aveva vissuto sulla sua pelle.

PTSD e sensi di colpa

Alain e sua moglie Daphne avevano un figlio, il piccolo Cristopher. Ma la loro famiglia era tutt’altro che perfetta…

Sia lo scrittore che sua moglie Daphne, infatti, erano perseguitati da demoni del passato: Alan doveva fare i conti con il Disturbo da Stress Post Traumatico provocato dall’aver vissuto momenti tremendi durante la guerra, mentre Daphne si era allontanata dalla sua famiglia di origine in modo brusco e doloroso.

Insomma, decisamente una famiglia complicata in cui crescere per il piccolo Cristopher, che passava molto tempo da solo. L’unico a fargli compagnia era un orsacchiotto dal pello giallo, che aveva ricevuto in dono uando aveva festeggiato il suo primo compleanno. Potete immaginare come si chiamasse questo orsacchiotto, ma ve lo diciamo lo stesso: Winnie.

Probabilmente a causa dei sensi di colpa verso il figlio, Alan decise di cominciare a scrivere per lui delle favole della buona notte. Queste favole erano ovviamente incentrate sul suo orsetto di peluche preferito e furono i primi capitoli della storia che poi avrebbe fatto il giro del mondo.

Winnie the Pooh: una fiaba che ha fatto il giro del mondo – Unsplash – socialboost.it

 

L’origine del nome Winnie

Chris scelse di chiamare il suo amato peluche Winnie dopo una visita allo zoo. Possiamo dire che Winnie the Pooh sia realmente esistito, infatti il piccolo Christopher durante la visita allo Zoo di Londra si innamorò di un orso che si chiamava proprio Winnie.

Pooh invece era il nome di un cigno di peluche, ma nessuno svelò mai il reale motivo per cui venne associato al nome dell’orso… nemmeno Christopher o Alan.

Il lato oscuro del successo

Alan decise di pubblicare la prima storia e riscosse un successo inatteso.

Le vicende di Winnie the Pooh diventarono talmente famose fin da subito, che il già precario equilibrio della famiglia arrivò ad un punto di rottura: Christopher veniva riconosciuto ovunque andasse a causa delle storie scritte dal padre e dovette anche subire episodi di bullismo.

Perciò il giovane cominciò a provare un odio profondo verso i genitori che non solo lo avevano trascurato per gran parte della sua vita, ma lo avevano gettato in pasto alla folla con una storia per bambini che lo vedeva protagonista.

Chris e l’orsetto Winnie rappresentati in una scena dell’animazione – socialboost.it

 

Christopher cercò comunque di fare del bene attraverso il successo ottenuto e decise di donare tutti i ricavati della vendita della fiaba ad una associazione che si occupava di curare chi soffriva di danni cerebrali. Una scelta non del tutto casuale, infatti la figlia avuta dal matrimonio con Lesley (sua cugina), nacque con una paralisi cerebrale e rimase paralizzata a vita.

Spesso le fiabe nascondono dei significati più profondi, e possiamo dire che la fiaba di Winnie th Pooh celi al suo interno vecchi rancori, sensi di colpa e traumi mai superati. Da un lato però siamo stupiti di come questi sentimenti tormentati abbiano potuto dare vita all’orsetto più dolce che ci sia mai capitato di conoscere.

Perché tutti noi amiamo Winnie the Pooh?

Traumi familiari a parte, tutti noi amiamo quest’orsetto da sempre. Ma a cosa è dovuto il suo successo? Probabilmente il fatto che sia in qualche modo cresciuto con noi ce lo fa amare parecchio: quando si è bambini ci si affeziona facilmente ai personaggi delle storie e perciò è come se lo avessimo conosciuto davvero, come se fossimo stati vecchi amici e condividessimo con lui dei ricordi di infanzia, nonostante non siano mai avvenuti nella vita reale.

Inoltre, si tratta di un personaggio riflessivo e pensoso, in grado di infondere calma e incoraggiare anche i più piccoli a ragionare per risolvere un problema o anche solo per tenere la mente allenata. Ma è anche un orsacchiotto gentile e generoso che insegna ad essere buoni con gli altri e l’importanza dell’amicizia.

Un finale che fa riflettere

Christopher Robin non potrà mai più tornare nel Bosco, ma nonostante questo Winnie the Pooh continuerà ad aspettarlo e non lo dimenticherà mai. Ecco come finisce questa fiaba (scusate lo spoiler ma era necessario).

Non sappiamo se il finale sia stato scritto da Alan per cercare di fare ammenda con Chris e per fargli sapere che, in ogni caso, lui lo avrebbe aspettato per sempre qualora fosse stato in grado di perdonarlo… ma probabilmente questa è un’altra storia.

Perciò buon Winnie the Pooh day a tutti! Ci spiace Chris per il tuo risentimento, ma noi in cuor nostro saremo sempre grati ad Alan per averci regalato un amico con cui crescere da piccoli.

Alessia Barra

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Alessia Barra
Tags: Apertura

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