Oltre 244 milioni di bambini e adolescenti non vanno a scuola. Permane il divario di genere: le donne sono il 66% degli analfabeti nel mondo
Nel mondo ancora oggi 763 milioni di adulti non sanno leggere né scrivere. Di questi due terzi sono donne. Mentre i bambini e gli adolescenti che non vanno a scuola superano i 244 milioni. In occasione della Giornata interazione dell’alfabetizzazione, l’Unesco ricorda a tutti quanta strada ci sia ancora da percorrere per garantire il diritto all’istruzione, malgrado i notevoli progressi compiuti negli ultimi 40 anni, con la percentuale di persone in grado di leggere e scrivere passato dal 68% del 1979 all’86% del 2022.
L’alfabetizzazione contro povertà e disuguaglianze
Dal 1967, l’8 settembre, nel mondo si celebra International Literacy Day per ricordare il ruolo cruciare dell’istruzione nel contrasto alla povertà, alle disuguaglianze e ai divari di genere verso la costruzione di società più inclusive, pacifiche, giuste e sostenibili.
Il tema di quest’anno è la “Promozione dell’alfabetizzazione per un mondo in transizione: costruire le fondamenta per società sostenibili e pacifiche”. Lo scopo come ogni anno è quello di accelerare gli sforzi per garantire a tutti nel mondo un’istruzione di qualità e un apprendimento permanente, che è poi uno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (il numero 4) fissati dalle Nazioni Unite.
“L’istruzione dà potere alle persone e le libera”
L’alfabetizzazione, sottolinea l’Unesco, “dà potere alle persone e le libera”. Travalica il mero diritto all’istruzione e abbraccia temi come la riduzione del povertà, la partecipazione al mercato del lavoro, le condizioni di salute e lo sviluppo sostenibile del pianeta.
Libri e matite inoltre sono l’arma più efficace in mano alle donne per emanciparsi e affrancarsi da una cultura patriarcale che le discrimina relegandole ai margini della società.
Il divario di genere nell’accesso all’istruzione
Negli ultimi vent’anni, il divario di genere nell’accesso all’istruzione e nel completamento del ciclo di studi dell’obbligo nel mondo si è ridotto in media a solo un punto percentuale. Secondo il GEM Report 2022, il Global Education Monitoring Report dell’Unesco, la quota di donne alfabetizzate è cresciuta, negli ultimi cinque anni, passando dall’89,4% al 90,8% per le giovani e dall’81.8% all’83.3% per le adulte.
A dispetto dei progressi registrati, gli stereotipi di genere tuttavia sono ancora duri a morire e rappresentano sicuramente uno dei maggiori ostacoli al raggiungimento della parità di accesso all’istruzione.
A livello globale il divario di genere è ancora una realtà. Le donne rappresentano il 66% degli adulti analfabeti nel mondo e il 55% dei giovani nella fascia 15-24. Il maggiore gap nell’alfabetizzazione degli adulti si registra in Asia centrale e nell’Africa sub-sahariana con 15 punti di divario tra i due sessi. Qui una giovane donna su quattro resta ancora totalmente analfabeta.
Permane un notevole divario di genere d’altra parte nelle zone rurali dei Paesi più poveri, dove gran parte delle bambine non ha ancora accesso all’istruzione a causa non solo delle barriere culturali ma anche delle condizioni economiche e della mancanza di strutture adeguate.
“Le disuguaglianze di genere continuano a essere una questione cruciale. Era così anche prima della pandemia di Covid-19, il cui impatto deve ancora essere adeguatamente misurato” in termini di accesso all’istruzione e gender gap, ha commentato la direttrice generale dell’Unesco Audrey Azoulay.
Di certo, come rivela il Gem Report, le ragazze e i ragazzi non hanno affrontato gli stessi disagi durante la chiusura delle scuole, con le prime impegnate nei lavori domestici e nella cura dei bambini molto più dei compagni maschi.
Gli effetti della pandemia sul diritto all’istruzione
Se è ancora presto per apprezzare il reale impatto della pandemia sull’istruzione di bambini e adulti, è sicuro che la chiusura delle scuole decisa ovunque per arginare diffusione del virus abbia “causato la peggiore interruzione nell’istruzione dell’ultimo secolo”, ha ammesso l’Agenzia delle Nazioni Unite.
Il Covid-19, insieme ad altre crisi come conflitti e cambiamento climatico, ha ampliato la povertà educativa, esacerbando fragilità e disparità preesistenti, in special modo nei contesti più marginalizzati.
Gli studi in proposito sono ancora limitati e per colmare questa lacuna lo scorso anno l’Unesco ha lanciato un’indagine a livello globale, i cui risultati saranno la base da cui partire per approntare piani di intervento mirati.
Secondo una stima delle Nazioni Unite nei Paesi a basso e medio reddito la percentuale dei bambini che non sanno leggere un testo è passata dal 57% del 2019 al 70% del 2022. Mentre la Banca mondiale stima che a livello globale l’interruzione dell’apprendimento possa costare alla “generazione Covid” quasi 21 trilioni di dollari di mancati guadagni nel corso della vita.
L’importanza delle competenze digitali
Il concetto stesso di alfabetizzazione è mutato nel tempo. Un’evoluzione mai così evidente come negli ultimi anni. Le competenze si sono ampliate fino a includere l’apprendimento attraverso le tecnologie. Secondo la definizione dell’Unesco, l’alfabetizzazione digitali include competenze nel campo dell’informatica e dei media che permettono alle persone, in particolare ai giovani, di sviluppare un pensiero critico capace di respingere disinformazione, estremismo e discorsi d’odio.