Oggi è la giornata internazionale del sushi, ecco tutto quello che c’è da sapere su questa bontà di riso e pesce
Il sushi ormai ha spopolato, soprattutto in Italia, il che è tutto un dire. Se pensate che l’Italia vanta un patrimonio gastronomico senza eguali, sapere che questa prelibatezza orientale sia riuscita a farsi spazio e affermarsi come uno dei piatti preferiti di molti italiani, assume ancora più valore.
Per celebrare il sushi nella sua giornata speciale abbiamo deciso di parlarvi un po’ di questo piatto e delle sue origini.
In caso qualcuno di voi non lo sapesse, ma stentiamo a crederlo possibile, il sushi è il piatto giapponese più apprezzato a livello mondiale ed è realizzato principalmente unendo alcune materie prime essenziali, ovvero riso cotto con aceto, zucchero e sale, guarnito con pesce crudo e alga.
La sua forma caratteristica è quella degli Uramaki, ovvero un rotolo gi riso guarnito che viene poi tagliato a rondelle. Ma ci sono anche diverse varianti, come i Futomaki, i Nigirizushi, il Sashimi, l’Hossomaki in cui il sushi cambia forma ma resta comunque buonissimo.
Il sushi permette di spaziare con gli ingredienti, da noi in Italia va per la maggiore il Philadelphia come ingrediente principale per guarnire l’interno del roll, ma anche l’avocado, il granchio fritto e il salmone affumicato fanno da protagonisti. Come topping si possono trovare variazioni ancora più particolari: dalla cipolla dolce croccante, alla tempura, fino alle mandorle sbriciolate o la tartare di salmone piccante.
Il sushi viene preparato anche con pesce cotto, soprattuto nei ristoranti italiani, considerato che non tutti i clienti apprezzano il sapore del pesce crudo e lo preferiscono invece leggermente scottato.
A livello di salse di accompagnamento, quando parliamo di sushi non si può non accostare la salsa di soia in cui intingere ogni ebiten prima di gustarlo, facendo attenzione a non lasciarlo annegare. Ma anche la salsa teriyaki, leggermente più densa e dolciastra è un ottimo accompagnamento.
Il sushi è nato duemila anni fa in Giappone, precisamente a Nara, dove era buona usanza di conservare il pesce crudo nel riso fermentato. Anche se molti dicono che questa tradizione avesse origini cinesi.
Intorno al VIII secolo, il pesce veniva salato e arrotolato all’interno del riso fermentato. La fermentazione del riso impediva che il pesce andasse a male e lo conservava più a lungo. Inizialmente il riso veniva scartato e si mangiava solo il pesce ma piano piano da questa usanza è derivato il sushi come lo conosciamo oggi.
Per l’esattezza il calcio d’inizio che diede il via a questo cambiamento avvenne durante il periodo Edo, in cui l’haya-zushi, ovvero il sushi veloce, veniva consumato tutto insieme, con pesce e riso insieme.
I primi ristoranti di sushi in Italia sono stati aperti intorno agli ’80, in grandi città come Milano e Roma ma non erano molto frequentati, ma possiamo dire che i sapori reali del sushi siano stati “contaminati” da alcune nostre tradizioni culinarie man mano che questo piatto spopolava.
Infatti è possibile trovare del sushi a base di pollo o vegetariano con solo verdure, o addirittura del sushi ispirato alla cucina pugliese a base di ingredienti locali. Insomma, la “contaminazione” è stata obbligatoria, tuttavia la freschezza del pesce, le salse e alcune tecniche tradizionali di preparazione sono rimaste intatte.
La formula All You Can Eat è stata una mossa di marketing che ha decretato il successo su scala internazionale del sushi. Il fatto di poter mangiare dei piatti a base di pesce fresco illimitatamente, continuando a pagare sempre lo stesso prezzo, ha incuriosito anche i più scettici, che si sono ritrovati ad accettare di assaggiare il sushi anche solo per sfruttare questo prezzo conveniente.
In Giappone il sushi viene mangiato con le mani, mentre da noi o si utilizzano le bacchette oppure si utilizzano direttamente le forchette. In Italia, il sushi viene preparato principalmente con salmone, tonno o gambero, mentre in Giappone si prepara con diverse tipologie di pesce, anche molto particolari.
Nella sua terra natia, il sushi può essere gustato in sushi bar, dove si ordina esattamente come facciamo noi al ristorante, anche se la formula All You Can beat qui non esiste, oppure nei kaiten-zushi, ovvero dei ristoranti in cui il sushi scorre su un nastro trasportatore dopo essere stato preparato dallo chef, e si può prendere direttamente senza chiedere nemmeno. Il costo spesso varia in base al colore del piattino su cui è poggiato il sushi.
Ora non vi resta che festeggiare questa giornata prenotando un tavolo per cena nel vostro ristorante di sushi preferito. Considerato che in Italia ce ne sono più di tremila, non sarà poi così difficile scegliere in quale andare…
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