Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu, cos’è e perché si celebra questa ricorrenza? Scopriamolo insieme e capiamo perché è importante curare la qualità dell’aria.
Ogni anno il 7 settembre si celebra la Giornata internazionale dell’aria pulita per i cieli blu. Si tratta, come sempre in questi casi, di una giornata volta a favorire il confronto e il dibattito su un tema centrale e delicato: la qualità dell’aria. Si tratta di un tema centrale per la vita umana, come scopriremo poi dando un’occhiata ai numeri, ed è fondamentale compiere ulteriori sforzi per evitare che la situazione, già abbastanza critica, peggiori. Tanto, è bene dirlo, è già stato fatto, soprattutto in Europa, ma non è ancora stato fatto il passo avanti decisivo.
L’inquinamento atmosferico continua ad essere un problema primario per la salute umana. Basti pensare che le Nazioni Unite stiamano che il 99% della popolazione mondiale respiri aria potenzialmente non sicura. Secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite l’aria inquinata uccide 6,7 milioni di persone ogni anno nel mondo. Mentre sono 2,4 miliardi le persone esposte a livelli pericolosi di inquinamento atmosferico domestico. Ogni anno in Europa si contano più di 500.000 morti legati a scarsa qualità dell’aria.
Dati allarmanti, confermati anche da Massimo Tortorella, il presidente di Consulcesi, in un’intervista a Quotidiano Sanità. “Secondo i nostri dati – spiega Tortorella – sono 40 milioni i cittadini italiani che respirano aria non salubre. Suggeriamo a tutti di verificare la qualità dell’aria che respirano nei loro comuni sul sito Aria Pulita. Abbiamo messo a disposizione di tutti, gratuitamente, un tool, uno strumento che semplicemente inserendo il comune di residenza rivela se vengono sforati o meno i limiti imposti dalle direttive della comunità europea per Pm10 e NO2″.
A contribuire all’inquinamento atmosferico sono diversi fattori. In primis ci sono i trasporti stradali, l’utilizzo di veicoli agricoli e il traffico aereo, ferroviario e navale. Ci sono poi i processi industriali e artigianali, che liberano nell’aria ossidi di azoto, diossido di zolfo, polvere, composti organici volatili (COV) e altri inquinanti. C’è, infine, anche l’agricoltura, a cui va la responsabilità delle emissioni di ammoniaca e di gas metano. In tutti questi campi, con il passare degli anni, le emissioni sono state man mano ridotte, ma i numeri dimostrano come ancora molto si debba fare per evitare che l’aria diventi un problema per la salute umana.
Vi sono poi gesti all’apparenza innocui che sono, in realtà, parte integrante del problema. Parliamo, per esempio, della combustione di residui vegetali e del riscaldamento a biomasse legnose. Non a caso in molte Regioni d’Italia nel periodo di accensione dei riscaldamenti è vietato bruciare materiale vegetale all’aperto.
Regione Piemonte ha fornito ai suoi cittadini cinque consigli per fare la propria parte in tema di qualità dell’aria. Eccoli:
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