Oggi si festeggia la Giornata Mondiale della Radio, un mezzo di comunicazione che ha fatto la storia. Ecco tutto quello che c’è da sapere
La radio ha creato una prima rete in grado di collegare tra loro luoghi ai poli opposti del mondo e, soprattutto, è riuscita a sopravvivere all’avvento di internet che ha cercato, in qualche modo, di spodestarla senza riuscirci.
Ma scopriamo di più sulla sua storia e sull’origine di questa ricorrenza importante, quale miglior giorno di oggi per ricordare l’importanza di questo strumento di comunicazione storico?
La giornata mondiale della radio, è stata stabilita nel 2011 dall’UNESCO, per poi entrare effettivamente in vigore nel 2012 dopo la Conferenza Generale dell’Unesco.
L’obiettivo della giornata è quello di celebrare quel lontano 13 febbraio 1946, quando fu trasmessa la prima trasmissione radiofonica in assoluto, ma nulla sarebbe stato possibile senza Guglielmo Marconi, colui che nel 1896 brevettò la radio.
Eppure, l’anno decisivo fu il 1907, quando il segnale della radio riuscì finalmente ad attraversare l’oceano.
Siccome il tema scelto per il World Radio Day 2024 è la connessione tra passato e presente per un futuro che possa vedere la radio ancora protagonista, vogliamo fare con voi un viaggio nel tempo e scoprire i momenti in cui questo mass media ha fatto la differenza, in un excursus che vuole essere sia storico che musicale.
Non si tratta solo di fare informazione o intrattenere, la radio ha letteralmente rivoluzionato le nostre vite e ancora oggi è il mass media più diffuso al mondo. Non bisogna intendere la radio solo come l’amica che ci tiene compagnia durante i viaggi macchina o che ci ruba una risata mentre siamo nel traffico, la radio è molto più di questo.
Ci sono posti nel mondo in cui la radio è l’unico modo per rimanere in contatto con ciò che succede nel resto del mondo e può addirittura salvare vite: basti pensare al supporto che riesce a dare ai soccorritori nei momenti di emergenza.
La radio ha avuto un ruolo centrale anche in momenti storici complicati, come quelli delle guerre. La radio era un supporto importante già per le truppe della Prima Guerra Mondiale: serviva per indirizzare il fuoco verso l’esercito nemico nei momenti più confusi della battaglia, ma il conflitto che la vide come protagonista indiscussa, fu la Seconda Guerra Mondiale.
Durante il periodo nazista la BBC incoraggiò con veemenza l’opposizione all’occupazione tedesca in Europa. I Partigiani italiani utilizzarono proprio la radio per dare forza alla loro lotta (basti pensare a Radio Londra) e proprio attraverso il segnale radio venivano date parole d’ordine in inglese o dettagli per operazioni militari, in quanto si trattava di un mezzo di canali protetti, a cui i tedeschi non potevano arrivare.
L’aspetto ironico è che Mussolini stesso aveva promosso la diffusione della radio come strumento di comunicazione nel nostro Paese, fondando l’Unione radiofonica italiana, poi diventata Ente italiano audizioni radiofoniche (Eiar), antenato della RAI.
Nonostante, quindi, la radio inizialmente fosse uno strumento di comunicazione per la propaganda del regime, si rivoltò contro il suo stesso promulgatore.
Se nel primo conflitto mondiale serviva principalmente a comunicare lungo il fronte, durante la Seconda Guerra Mondiale la radio è stata un’alleata preziosissima per contrastare il nazismo.
La radio è riuscita ad accorciare le distanze tra persone lontane, prima ancora che esistessero i cellulari, ha consentito di richiedere aiuto addirittura in mezzo al mare o all’oceano, quando le navi necessitavano di soccorso immediato: il caso più famoso ovviamente è quello del Titanic, infatti, senza la radio probabilmente sarebbero morte centinaia di persone in più durante il naufragio.
Inizialmente, con i sistemi di Marconi era possibile comunicare solo attraverso semplici messaggi in codice Morse, fatti di lettere e numeri rappresentati da punti e linee. Solo successivamente fu possibile comunicare attraverso la propria voce e questo segnò indissolubilmente l’inizio della radio come la conosciamo oggi.
Ad oggi, la radio viene ascoltata principalmente per la musica, soprattutto nei paesi Occidentali. Secondo l’Istat il 56,2% della popolazione mondiale ascolta la radio, il 48% quotidianamente
Come abbiamo visto, la radio è nata come sostituta del telegrafo nelle comunicazioni marittime e militari, ma dopo la Prima Guerra Mondiale la situazione è cambiata e molti giovani hanno iniziato a realizzare piccole trasmissioni, che poi sono aumentate durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1919, un giovane di Pittsburgh decise di mettere davanti al microfono del suo apparecchio radio un fonografo e, per la prima volta, fu in grado di trasmettere i primi brani musicali.
Negli anni ’20 la diffusione per radio della musica avviene quasi esclusivamente attraverso musica dal vivo; quindi, attraverso registrazioni di concerti mandati in onda in differita, ma molto presto la radio diventa il primo strumento al mondo per pubblicizzare l’uscita di nuovi dischi.
Quella che utilizziamo oggi non è la radio progettata da Marconi ma quella che possiamo chiamare la sua versione 2.0, ovvero la radio digitale.
Il Digital Audio Broadcasting (DAB) è stato sviluppato a partire dagli anni ’90, e garantisce un suono molto più pulito, grazie alla sua capacità di azzerare le interferenze.
Secondo i dati riportati da Ter- Tavolo editori Radio, i nuovi dati di ascolto delle emittenti nazionali e locali durante il 2023 hanno dimostrato che la radio è a tutti gli effetti il mezzo più gradito dagli italiani; infatti, gli ascoltatori che la accendono ogni giorno sono 44.667.000.
La stazione radio più ascoltata è RTL 102.5, seguita a ruota da RDS e RADIO DEEJAY.
Vogliamo concludere con parte del discorso tenuto da Audrey Azoulay, Direttrice Generale dell’UNESCO:
“In questa Giornata Mondiale celebriamo il potere della radio di alimentare e costruire la pace. Dalla sua nascita, circa un secolo fa, la radio si è rivelata un eccezionale mezzo di comunicazione, di confronto e di scambio, anzi, è uno dei media più accessibili e diffusi. (…) Oltre ad essere uno strumento tecnico, la radio offre anche uno spazio in cui il dibattito democratico è promosso e arricchito.
È quindi essenziale salvaguardare sia l’indipendenza sia la diversità di ciò che è, per molti aspetti, una vera e propria agorà moderna. Per questo l’UNESCO, che ha fatto della libertà di stampa una priorità, sostiene le radio comunitarie e indipendenti in tutto il mondo.
In questa Giornata, l’UNESCO invita tutti – ascoltatori, emittenti radiofoniche e professionisti dell’audiovisivo – non solo a celebrare il potenziale della radio, ma anche e soprattutto a fare maggiore uso della radio come strumento eccezionale di pace.”
La radio è condivisione, pace, voce, musica, mondo. Ecco perché oggi 13 febbraio tutti noi dovremmo accendere la radio in modo consapevole, e pensare a tutta la storia che quel piccolo gesto porta e porterà sempre con sé.
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