I giovani uomini votano più a destra delle giovani donne? È una interpretazione discussa dei cambiamenti dell’elettorato statunitense. Scopriamo di più al riguardo
Nei paesi industrializzati e democratici, il genere è da decenni un fattore considerato da sondaggisti, esperti di scienze politiche e responsabili di campagne elettorali per valutare la probabilità di voto per un partito rispetto a un altro.
Per questo motivo, abbiamo a disposizione numerosi dati che mostrano come le tendenze di voto tra uomini e donne siano cambiate nel corso del tempo.
Ad esempio, fino agli anni Sessanta, in molti paesi democratici occidentali, le donne tendevano a votare più frequentemente per partiti con posizioni conservatrici rispetto agli uomini.
Negli anni Settanta, questo divario iniziò a ridursi, per poi invertirsi negli anni Novanta. Entro il 2000, come spiegato dal giornalista Zack Beauchamp su Vox, nelle democrazie industrializzate le donne erano diventate il gruppo che votava più frequentemente per i partiti progressisti, quelli più orientati verso l’idea che l’uguaglianza socioeconomica tra i sessi fosse una priorità.
Molte giovani elettrici, che all’epoca erano ancora adolescenti e quindi non potevano votare, si sono avvicinate alla politica proprio quando Donald Trump emergeva sulla scena politica.
Trump è stato coinvolto in numerosi scandali riguardanti il suo comportamento denigratorio e molesto nei confronti delle donne, oltre a manifestare apertamente il suo disprezzo per le cause femministe.
Negli anni successivi, il movimento #MeToo ha acceso i riflettori sulla violenza di genere, seguito dall’abrogazione della sentenza Roe v. Wade da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti, che garantiva il diritto all’aborto a livello federale. Da quel momento, 14 stati hanno vietato l’aborto, se non in casi estremamente rari o del tutto, costringendo molte donne a dover lasciare il proprio stato per accedere a un’interruzione di gravidanza sicura e legale.
Il diritto all’aborto è stato per decenni uno degli obiettivi principali dei Repubblicani, molti dei quali sostengono che le donne dovrebbero assumere un ruolo più “tradizionale” nella società, privilegiando la maternità e il matrimonio rispetto all’indipendenza economica e alla realizzazione personale, che potrebbe non includere la formazione di una famiglia. Di conseguenza, una giovane donna che considera essenziali i diritti all’aborto e l’uguaglianza di genere è meno propensa a votare per i Repubblicani.
L’articolo del Wall Street Journal mette in evidenza un altro aspetto interessante: i giovani uomini sembrano allontanarsi sempre più dai Democratici, nonostante la tendenza degli elettori under 30 a preferire questo partito negli ultimi trent’anni.
Secondo i sondaggi condotti dal Wall Street Journal prima del ritiro di Biden, la percentuale di giovani uomini che sosteneva Trump superava di 14 punti percentuali quella di chi sosteneva Biden. Nelle elezioni presidenziali del 2020, invece, i giovani uomini sotto i 30 anni avevano preferito Biden a Trump di 15 punti percentuali. Nel frattempo, la preferenza delle giovani donne per Biden rispetto a Trump è rimasta sostanzialmente stabile durante lo stesso periodo.
Secondo i giornalisti Aaron Zitner e Andrew Restuccia, lo spostamento dei giovani uomini verso destra è in parte legato al tipo di campagna che Trump ha condotto dal 2016 in poi, dove ha spesso cercato di presentarsi come un uomo particolarmente virile, enfatizzando, ad esempio, il proprio successo con le donne.
La sua amicizia con figure come il wrestler Hulk Hogan, che è apparso sul palco durante la recente convention dei Repubblicani a Milwaukee, e la sua reazione energica quando è stato quasi colpito da un proiettile il 13 luglio, hanno contribuito a posizionarlo come una sorta di antieroe a cui milioni di giovani uomini si sentono vicini, o a cui potrebbero addirittura aspirare, secondo i giornalisti.
Inoltre, c’è un gruppo di giovani uomini – seppur minoritario, ma comunque significativo e molto attivo sui social media – che ritiene di aver perso influenza economica, culturale e politica a causa dell’enfasi sull’uguaglianza e la diversità. Altri manifestano risentimento verso le posizioni femministe e progressiste che prevalgono nei campus universitari, nel settore dell’intrattenimento e nei luoghi di lavoro.
Nel 2020 i giovani uomini tendevano a definirsi solo leggermente più liberali che conservatori, mentre le giovani donne erano molto più inclini a schierarsi a sinistra piuttosto che a destra. Secondo alcuni analisti, questo divario è in parte dovuto al fatto che “molti politici di destra stanno abilmente sfruttando le lamentele dei giovani uomini, mentre molti esponenti di sinistra quasi ignorano i problemi reali che questi giovani affrontano”.
Inoltre, i giovani uomini tendono a raggiungere livelli di istruzione inferiori rispetto alle giovani donne, e numerosi studi suggeriscono che le persone con un’istruzione avanzata siano generalmente più propense a schierarsi a sinistra.
Tuttavia, molti esperti non concordano sull’idea che i dati disponibili indichino chiaramente una significativa polarizzazione tra giovani uomini e donne. Come ha osservato John Sides, professore di scienze politiche alla Vanderbilt University, in un’intervista con l’Atlantic: “Per ogni domanda di un sondaggio che mostra un particolare divario di genere tra i giovani, ce ne sono molte altre in cui quel divario non emerge”. Sides aggiunge che “è una questione molto complessa, se si esamina con attenzione”.
Uno dei problemi riscontrati è che molti sondaggi pongono domande sulle posizioni ideologiche delle persone senza chiarire cosa significhino esattamente tali ideologie. Come osserva Sides: “Quando chiedi alle persone se si identificano come progressiste o femministe, stai scoprendo se credono che quell’etichetta le rappresenti. Ma non chiedi come definiscono quell’etichetta”.
Questo approccio esclude, ad esempio, chi non si identifica con il termine “progressista” ma sostiene comunque il diritto all’aborto e l’uguaglianza di genere.
Inoltre, i ventenni sono particolarmente difficili da analizzare: “I giovani sono meno coinvolti in politica e molti non si identificano con un partito specifico. Le loro opinioni sono ancora in formazione e molti sono riluttanti a rispondere ai sondaggi, specialmente al telefono. In queste circostanze, persino i sondaggi di alta qualità possono fornire risultati molto variabili e a volte poco plausibili”, sottolinea l’Atlantic.
“Nelle democrazie avanzate, esiste da tempo un divario politico di genere tra uomini e donne, ma questo divario è spesso ridotto, le sue cause non sono del tutto chiare e i suoi effetti vengono spesso esagerati”, riassume Zack Beauchamp su Vox. Gli esperti che ha intervistato concordano sul fatto che non ci siano dati sufficienti per affermare con certezza che si tratti di un fenomeno diffuso.
“Il problema inizia con i dati stessi. Un sondaggio politico tipico coinvolge un numero di persone sufficiente per ottenere un campione rappresentativo dell’intero paese, ad esempio 1.100 persone negli Stati Uniti”, spiega Beauchamp. “Questo è sufficiente per darci un’istantanea dell’elettorato nel suo insieme, ma può rendere difficile campionare persone provenienti da sottogruppi specifici, come le giovani donne. Di conseguenza, a volte, fonti di dati diverse giungono a conclusioni differenti [sullo stesso gruppo di persone]”.
L’unico paese dove questa tendenza sembra essere chiaramente confermata, tanto da riflettersi nelle elezioni presidenziali del 2022, è la Corea del Sud. Tuttavia, “si tratta di un paese con livelli storicamente altissimi di sessismo evidente, un movimento #MeToo di grande successo, uno dei tassi di natalità più bassi al mondo e un servizio militare obbligatorio solo per gli uomini. È difficile dire se si tratta di un caso isolato o di un’indicazione per il futuro delle democrazie in generale”, scrive Vox.
La professoressa di scienze politiche Kathleen Dolan, dell’Università del Wisconsin-Milwaukee, afferma che al momento i dati mostrano chiaramente che altri fattori, oltre al genere, influenzano maggiormente le tendenze di voto nei paesi industrializzati.
Ad esempio, negli Stati Uniti, le donne sono più diverse tra loro di quanto non lo siano rispetto agli uomini della loro stessa età: “le donne non bianche tendono a essere molto più Democratiche, mentre Trump ha ottenuto il sostegno della maggioranza delle donne bianche sia nel 2016 che nel 2020; le donne non sposate sono in generale molto più Democratiche rispetto alle loro coetanee sposate; le donne evangeliche votano in modo più conservatore rispetto ad altre donne cristiane, che a loro volta sono più conservatrici delle donne ebree o atee”.
Inoltre, le donne più giovani votano molto di più per i Democratici rispetto alle generazioni precedenti, e questo vale ancora per gli uomini più giovani, anche se in misura minore. “Quindi, sì, c’è una differenza”, scrive Beauchamp. “Ma non è un tipo di divisione tale da sconvolgere la politica statunitense”.
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