Molte persone hanno diverse fobie più o meno comuni, ma ne esistono alcune decisamente bizzarre che vale la pena conoscere. Ecco quali sono
Che cosa sono le fobie? Le fobie sono timori eccessivi nei confronti di qualcosa che non costituisce un pericolo reale, ma la persona sperimenta questa ansia in modo incontrollabile, persino adottando strategie comportamentali o pensieri ripetitivi per affrontare la situazione. La fobia, pertanto, si configura come una paura intensa, persistente e prolungata, legata a un oggetto o a una situazione specifica. Molte fobie sono comuni e molto conosciute, ma ne esistono altre decisamente più rare e a dir poco particolari. Vediamo quali sono.
Fobie, quali sono le più assurde? Ecco la lista
Tutte le persone nel mondo hanno una fobia, anche se, spesso, le motivazioni che si celano dietro sono diverse. L’origine delle apprensioni, infatti, può derivare da una vasta gamma di situazioni. Mentre paura di ragni, insetti, clown, o addirittura altezze e aeroplani sono abbastanza comuni, altre non sembrano poter essere davvero reali, tanto che causano ilarità in alcune persone, ma chi ne soffre ha diversi disagi che solamente con la psicoterapia possono essere limitati e combattuti. Ecco alcune delle fobie più insolite per le quali sono stati coniati specifici nomi.
Omfalofobia
L’omfalofobia rappresenta la paura dell’ombelico. Questo timore può riguardare sia il proprio ombelico che quello degli altri, o entrambi. Chi ne è affetto non tollera l’idea di toccare un ombelico e talvolta prova disagio anche solo nel guardarlo. Le persone con omfalofobia possono incontrare difficoltà anche nelle azioni quotidiane come lo spogliarsi o il lavarsi. I sintomi associati a questa fobia includono irritabilità, nausea, vertigini, vomito, rabbia e un senso di impotenza.
Optofobia
Questo termine riguarda una paura irrazionale nell’aprire gli occhi. Spesso connessa a un disturbo d’ansia più ampio, è chiaramente una condizione estremamente limitante, considerando che compiere qualsiasi attività quotidiana con gli occhi chiusi risulta essere piuttosto complesso. Le persone affette da questa condizione tendono a trascorrere gran parte del loro tempo in ambienti chiusi, preferibilmente in condizioni di luce scarsa. Si presume che, nella maggior parte dei casi, il disturbo sia associato a eventi traumatici come assistere a incidenti o alla morte di qualcuno.
Arachibutirofobia
Non si tratta della semplice paura del burro di arachidi, bensì di qualcosa di più specifico: coloro che soffrono di arachibutirofobia non temono tanto il cibo in sé, quanto piuttosto il rischio che possa rimanere appiccicato al palato. Per coloro che ne soffrono in modo significativo, questa paura può portare all’evitare completamente il consumo di burro di arachidi e di cibi con una consistenza simile. Questo disturbo è comunque piuttosto raro, persino in paesi come gli Stati Uniti, dove il consumo di tale alimento è più diffuso rispetto all’Italia. Solitamente, è correlato a una più ampia paura di cibi o sostanze appiccicose o a una eccessiva preoccupazione di soffocamento.
Singenesofobia
Parenti riuniti per le festività possono essere una sfida per i propri nervu. Tuttavia, se questi incontri familiari scatenano autentici episodi di panico, si potrebbe affrontare un problema patologico, probabilmente legato alla singenesofobia, la paura dei parenti, specialmente durante gli incontri familiari. A meno che non ci siano motivi validi per temere i membri della propria famiglia (come accade purtroppo a volte), si tratta di una paura irrazionale che potrebbe beneficiare di un intervento specialistico per ritrovare il piacere (almeno in piccole dosi) della compagnia dei propri parenti.
Deipnofobia
Il disturbo d’ansia sociale rappresenta un tipo di fobia aspecifica piuttosto comune, che coinvolge la paura di esporsi in situazioni pubbliche, partecipare a momenti di socialità e convivialità, spesso per la preoccupazione che il proprio comportamento possa essere giudicato inappropriato. In alcuni casi, questa preoccupazione più ampia si intensifica o si focalizza maggiormente nei contesti in cui si condivide un pasto in compagnia, momenti in cui si parla di deipnofobia, che è la paura di mangiare con altre persone e, in particolare, di dover conversare durante il pasto.
Geniofobia
Da non confondere con la fobia dei geni (che avrebbe un prefisso latino), la geniofobia (con prefisso greco) è la paura irragionevole e presumibilmente immotivata del mento. Sebbene possa sembrare strano, è certamente una fobia che può rendere difficile gestire le attività quotidiane, considerando la probabilità di incontrare qualche mento nel corso della giornata.
Decidofobia
Prendere decisioni e fare scelte non è mai un compito semplice. Essere indecisi non costituisce certo una malattia, tuttavia, quando l’incapacità di prendere decisioni in modo autonomo raggiunge livelli paralizzanti e patologici, ci troviamo di fronte alla decidofobia: la difficoltà nel fare scelte senza il consiglio di qualcuno (spesso più persone). Questa condizione si manifesta spesso all’interno di un disturbo dipendente di personalità più ampio, caratterizzato da un eccessivo bisogno di cure, che conduce a comportamenti di sottomissione e attaccamento.
Xantofobia
Derivante dal greco “xanthos,” che significa giallo, la xantofobia è esattamente come suggerisce l’etimologia: la paura del colore giallo. Anche solo vederlo, che si tratti del sole stesso, di un fiore, di un’auto, di un vestito, di una tenda o di una casa di colore giallo, può scatenare questa fobia. Alcune persone provano addirittura ansia solo sentendo la parola “giallo.” Spesso, la fobia si sviluppa collegando il colore a un evento traumatico, ma talvolta può essere influenzata anche da condizionamenti culturali, poiché in alcune società il giallo è associato alla sfortuna o al lutto. I sintomi della xantofobia includono paura irrazionale, tachicardia, sensazione di ansia e bocca secca.
Koumpounofobia
La koumpounofobia è la timidezza verso i bottoni. Potrebbe sembrare buffo immaginare un adulto che teme un oggetto così comune e inoffensivo, ma una riflessione più approfondita rivela quanto questa patologia possa risultare invalidante. Chi ne è affetto evita il contatto con i bottoni, necessitando di un guardaroba privo di capi dotati di questo accessorio. Nei casi più gravi, la paura può scaturire anche solo guardando i bottoni, rendendo difficile l’interazione con persone che li indossano. Ma come può esistere una fobia così singolare? Si manifesta spesso nei bambini, forse perché i genitori trasmettono la preoccupazione che il piccolo possa ingerirne uno per errore o farsi male quando li indossa. A volte, persiste anche nella mente degli adulti e sembra essere correlata a un eccessivo bisogno di controllo. I sintomi della koumpounofobia includono disgusto, rifiuto, tremori e affanno.
Tripofobia
La tripofobia rappresenta l’avversione provocata dalla vista di buchi o cavità, soprattutto quando si presenta una serie ripetitiva di tali aperture, che possano essere regolari o irregolari. Ad esempio, per chi soffre di tripofobia, risultano inquietanti oggetti come un alveare, un mattone o un pezzo di formaggio. Alla sola vista di una cavità scatta un meccanismo di repulsione biologica; inizialmente più che generare paura, provoca orrore e ribrezzo. Se il soggetto è costretto a toccare o avvicinarsi molto a tali cavità, l’ansia aumenta. I sintomi della tripofobia includono nausea, disgusto, sudorazione, brividi, pelle d’oca e prurito.