L’uomo fu il “caso zero” delle neuroscienze cognitive grazie al suo bizzarro incidente
Phineas Gage, caposquadra di un cantiere statunitense, nel 1848 sopravvisse a un grave trauma cranico che gli causò cambiamenti comportamentali radicali.
Questo evento segnò una svolta nelle neuroscienze cognitive, evidenziando il ruolo delle lesioni cerebrali nelle modifiche effettive del comportamento.
Questo curioso caso rimane ad oggi un importante punto di riferimento nella comprensione delle connessioni cerebrali e delle implicazioni per le malattie neurodegenerative.
L’ambiente in cui cresce il nostro cervello
Non tutti sanno che Sigmund Freud, il celebre psicoanalista, è stato tra i precursori nell’identificare il ruolo delle strutture cerebrali nel modellare il comportamento umano.
Oggi, sappiamo che esiste un intricato intreccio tra il nostro sistema nervoso centrale e l’ambiente in cui cresce e si sviluppa.
Quando parliamo di “ambiente di riferimento”, ci riferiamo non solo al contesto fisico ma, in misura significativa, all’ambiente sociale e psicologico che svolge un ruolo chiave nella formazione del nostro cervello e, di conseguenza, nel nostro comportamento.
Phineas Gage: il “caso zero” delle neuroscienze cognitive
Il singolare incidente che coinvolse Phineas Gage il 13 settembre del 1848 ha fatto di lui un’icona nelle neuroscienze cognitive. Phineas Gage, caposquadra in un cantiere ferroviario del New England (USA), stava lavorando alla posa dei binari per la linea ferroviaria del Vermont quando si verificò un’esplosione.
Questa causò al pilone da pressatura in uso di agire come un proiettile gigante di 6 kg, attraversando completamente il cranio di Phineas Gage da parte a parte, perforando il suo cervello. Sorprendentemente, Phineas
Gage riuscì a sopravvivere all’incidente, riuscendo ancora parlare e camminare.
Le lesioni ai lobi frontali e la loro implicazione comportamentale
Dopo l’incidente, Phineas Gage subì un cambiamento radicale. Da individuo ben adattato e dal temperamento discreto, diventò irriverente, disinibito e capriccioso. Abbandonò le norme sociali e perse completamente il senso di responsabilità.
Ma l’aspetto più interessante è che queste trasformazioni comportamentali furono il risultato delle lesioni ai lobi frontali del cervello. Le lesioni non si tradussero in problemi fisici evidenti, ma in veri e propri cambiamenti comportamentali di grande portata.
Gli studi sul caso di Phineas Gage
Anche all’epoca si riconobbe che queste lesioni cerebrali ai lobi frontali causarono un impatto sulle emozioni e il comportamento dell’uomo, ed è questo che segnò un punto di svolta nella comprensione della correlazione tra la struttura del cervello e il comportamento umano.
Questo perché, dopo l’incidente, la personalità di Phineas Gage evidenziò una deriva drammatica, portando gli osservatori dell’epoca a coniare l’espressione “l’equilibrio tra la sua intelligenza e gli istinti animali era stato distrutto”.
Al contempo, è importante ricordare che, anche se Phineas Gage subì una trasformazione radicale, alcune delle sue funzioni cognitive rimasero intatte, consentendogli di continuare a svolgere un ruolo nella società nonostante i cambiamenti nella sua personalità.
Gli studi successivi collegati al caso Gage
Oggi, questo caso continua a fornire preziose informazioni sulla relazione tra la struttura cerebrale e il comportamento umano.
Il caso di Phineas Gage ha suscitato un interesse duraturo nella comunità scientifica. Nel corso dei decenni, molti studiosi hanno cercato di analizzare in dettaglio il suo caso, mentre le tecnologie e le conoscenze scientifiche, nel frattempo, hanno progredito notevolmente, consentendo studi più approfonditi.
Ad esempio, un altro passo significativo negli studi neurocognitivi è stato compiuto nel 2001, quando il Brigham and Women’s Hospital di Boston ha utilizzato la tomografia per replicare in dettaglio la struttura del cranio di Phineas Gage. Questo ha permesso di ottenere un modello 3D accurato delle lesioni cerebrali. La tecnologia moderna ha consentito di esaminare più a fondo l’estensione delle lesioni cerebrali e le aree specifiche coinvolte.
Svelata l’importanza delle connessioni neurali
Uno degli aspetti chiave che emerse dagli studi successivi è l’importanza delle connessioni neurali. Sebbene solo una piccola parte della corteccia cerebrale di Phineas Gage fosse direttamente coinvolta nel trauma, le lesioni avevano causato danni estesi alle connessioni neurali, in particolare nella materia bianca del cervello.
Questa rete di connessioni è essenziale per la comunicazione tra diverse regioni cerebrali e per il coordinamento delle funzioni cognitive.
Lo studio dell’UCLA del 2012
Inoltre, nel 2012 un gruppo di ricercatori dell’University of California, a Los Angeles, ha utilizzato un altro modello 3D dettagliato per esaminare le lesioni cerebrali di Phineas Gage in modo più approfondito. Attraverso calcoli balistici accurati, sono riusciti a ricostruire la traiettoria esatta del pilone da pressatura e le aree specifiche del cervello coinvolte. Hanno scoperto che, sebbene solo circa il 4% della corteccia cerebrale fosse direttamente danneggiato, più del 10% della materia bianca era stato lesionato.
Le connessioni neurali perse si trovavano tra la corteccia frontale sinistra, la corteccia temporale sinistra, la corteccia frontale destra e la struttura limbica sinistra del cervello. Queste connessioni svolgono un ruolo cruciale nella regolazione delle emozioni, delle risposte sociali e delle funzioni cognitive superiori.
L’analisi di Phineas Gage ha contribuito a rafforzare l’associazione tra lesioni cerebrali e cambiamenti comportamentali. Ha dimostrato che il cervello non è un organo monolitico ma una rete complessa di regioni interconnesse. Lesioni anche in piccole aree del cervello possono avere un impatto significativo sul comportamento, specialmente se interessano le connessioni neurali chiave.
La “sindrome da disinibizione”
Gli osservatori dell’epoca notarono che Phineas Gage aveva perso i freni inibitori e la capacità di adeguarsi alle norme sociali. La sua trasformazione comportamentale venne etichettata come “sindrome da disinibizione”. Questa sindrome è caratterizzata da un comportamento impulsivo, disinibito e dalla mancanza di autocontrollo.
Phineas Gage smise di uniformarsi alle convenzioni sociali, iniziò ad offendere chiunque e a perdere completamente ogni senso di responsabilità e decoro sociale.
La vita di Gage dopo l’incidente
Dopo l’incidente, Phineas Gage si trasferì a San Francisco, affidato alla supervisione della sua famiglia, poiché non era più in grado di prendere decisioni sensate o di comportarsi in modo socialmente appropriato.
Nonostante la sua trasformazione comportamentale, riuscì a mantenere un impiego come autista, dimostrando che alcune delle sue funzioni cognitive erano rimaste intatte.
La riscoperta di Phineas Gage e il suo cranio
L’importanza del caso di Phineas Gage non fu completamente compresa fino a molti anni dopo l’incidente. John Harlow, il medico che aveva seguito Phineas Gage durante la sua convalescenza, fu il primo a notare e annotare le anomalie comportamentali del paziente.
Dopo il trasferimento di Gage a San Francisco, Harlow perse le tracce del suo paziente e scoprì della sua morte solo cinque anni dopo. Harlow chiese il permesso alla famiglia di Gage di riesumare il suo corpo e condurre un’autopsia sul suo cervello.
Oggi, il cranio di Phineas Gage e il pilone da pressatura sono esposti presso il Warren Anatomical Medical Museum della Harvard University. Questi resti sono stati oggetto di molte analisi e studi condotti nel corso degli anni.
Le implicazioni attuali per le neuroscienze cognitive
Il caso di Phineas Gage rappresenta un punto di svolta nella storia delle neuroscienze cognitive. Prima di questo caso, la maggior parte delle ricerche sul cervello si era concentrata sulle funzioni motorie e linguistiche. Gli studiosi sapevano poco sulle connessioni tra le lesioni cerebrali e il comportamento sociale ed emotivo.
L’incidente di Phineas Gage ha dimostrato in modo impressionante che le lesioni cerebrali possono avere effetti profondi sul comportamento umano, aprendo la strada a una comprensione più approfondita delle funzioni cerebrali superiori.
Il caso ha anche evidenziato l’importanza della materia bianca e delle connessioni neurali nell’incanalare il comportamento.