Moltissimi sono i modi di dire entrati ormai quotidianamente nel vocabolario degli italiani. Non sempre, però, tutti sanno qual è l’origine di alcuni dei detti più famosi e usati. Scopriamola insieme
Parole scolpite nella nostra mente e spesso utilizzate per spiegare in pochi secondi un concetto che altrimenti richiederebbe molto più tempo, sicuri di farsi capire all’istante dal proprio interlocutore.
Stiamo parlando dei modi di dire, frasi a effetto che pressoché chiunque utilizza quotidianamente durante i propri discorsi.
Tutti ne conoscono il significato, mentre è più difficile che chiunque sappia da dove traggono origine alcuni dei modi di dire più famosi e utilizzati ogni giorno.
Per questo, abbiamo deciso di scoprirlo insieme. Curiosi? Partiamo subito.
È il modo di dire per eccellenza con il quale si indicato le persone distratte. Deriva dal fatto che le nuvole sono distanti dal terreno e, quindi, se si ha la testa lì (in modo figurato, ndr), non si può essere concentrati su ciò che accade davanti al proprio naso. “Le nuvole”, poi, è anche una commedia di Aristofane, nella quale Socrate contempla il cielo, appeso in una cesta.
Espressione che indica le persone pigre, fannullone, che preferiscono stare ferme piuttosto che agire. Noi italiani siamo famosi nel Mondo per il nostro gesticolare e per essere storicamente un popolo disposto a sporcarsi le mani e a lavorare sodo per vivere. Stare con le mani in mano significa quindi far nulla. È, infatti, impossibile compiere la maggior parte delle azioni se si tiene costantemente una mano nell’altra mano.
Perdere la pazienza, il controllo, arrabbiarsi. Questo modo di dire deriva dall’immagine di una porta che, essendo stata aperta con forza e velocemente, finisce con l’uscire dai propri cardini, ovvero i gangheri.
Significa mantenere un segreto, non rivelare a nessuno ciò che ci è stato detto. Un’espressione dalle origini antiche e che sembrerebbe essere nata dalla storia di una donna pettegola, la quale chiese aiuto al proprio prete confessore, decisa a trovare un modo per smettere di sparlare continuamente delle altre persone. Il parroco le suggerì allora di riempirsi la bocca con un liquido miracoloso, il quale le avrebbe impedito di continuare a parlare male degli altri.
Modo di dire usato quando si presta un oggetto a un’altra persona e le si rammenta di restituirlo una volta finito di utilizzarlo. L’espressione pare essere nata semplicemente dall’assonanza tra le parole Pietro e indietro, le quali formano così una frase facilmente memorizzabile nella mente di chiunque.
Ottenere più vantaggi con una singola azione. Modo di dire che deriva dal fatto che un tempo le fave venivano usate come trappola per dare la caccia ai colombi. Una sola esca, talvolta, consentiva di prendere anche più prede. Da qui il detto.
Espressione solitamente usata al termine di una relazione o dopo un brutto fatto personale e che indica la necessità di dimenticare quanto accaduto e trovare un nuovo motivo per andare avanti con la propria vita. Esattamente ciò che accade a un vecchio chiodo arrugginito, il quale viene tolto e sostituito con un nuovo e più forte.
Significa raggiungere più velocemente del previsto un traguardo. Sembrerebbe derivare dal fatto che i corrieri postali un tempo saltavano momenti di pausa in cui rifocillare se stessi e i propri cavalli, così da poter garantire consegne più rapide e in anticipo sui tempi.
Espressione usata per indicare che chi muove una critica è spesso incoerente e poco credibile, poiché abituato normalmente ad agire in un modo peggiore di quello che sta contestando. È un modo di dire dall’origine religiosa e che riporta ai tempi in cui i preti erano portati a fare la propria predica da un pulpito sull’altare. È da lì che spesso muovevano critiche contro i fedeli, facendoli vergognare per i loro comportamenti impuri.
Arrivare alla conclusione, alla risoluzione di un problema. L’origine potrebbe derivare dalla tauromachia, arte molto amata presso gli antichi e che prevedeva una battaglia tra l’uomo e il toro, seguita poi dal sacrificio dello stesso animale agli dèi.
Modo di dire usato per indicare chi prende scuse inverosimili e cerca di giustificare le proprie azioni con frasi senza alcun senso. Ovviamente, questo modo di dire deriva dal fatto che è impossibile arrampicarsi su una superficie liscia e scivolosa come quella che caratterizza uno specchio.
Essere sicuri al 100%. Espressione dalla duplice origine. La prima riporta al Medioevo, epoca in cui si usava mettere fisicamente la mano su un braciere per dare un valore di giudizio divino a una prova. La seconda deriva una leggenda romana, la quale vuole che un semplice cittadino cercò di uccidere il proprio Re, non riuscendoci. Come punizione, decise quindi di bruciarsi la mano sul fuoco.
Modo di dire usato per chiedere cosa sta per accadere, che intenzioni ha una persona. L’espressione si lega direttamente all’acqua che bolle nella pentola, in preparazione della pasta. È quindi una fase che anticipa l’inizio di un nuovo passaggio.
Espressione utilizzata per indicare il proprio pezzo forte. Anticamente, il cavallo migliore che un condottiero aveva a disposizione era quello addestrato per il combattimento in battaglia. Ecco spiegata l’origine di questo modo di dire.
Restare senza soldi, affrontare un momento economico complicato. Frase che deriva dal fatto che un tempo nelle piazze dei paesi veniva esposta una lista contenente tutti i nomi delle persone senza denaro, fallite dal punto di vista economico. Questa lista era chiamata “bolletta”.
Atteggiamento usato da chi cerca di non scontentare nessuno, dando, a turno, ragione o torto a tutti gli interlocutori con cui sta parlando. Questo modo di dire deriva dal fatto che, per costruire una botte, il bottaio anticamente alternava martellate sia sul cerchio di ferro che sulle doghe.
Espressione utilizzata per indicare chi sfida un’altra persona. All’epoca dei cavalieri, ciò avveniva quando un soldato gettava a terra un proprio guanto, il quale veniva poi raccolto da chi accettava il duello. Da qui le due espressioni “gettare un guanto di sfida” e “raccogliere il guanto di sfida”.
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