Microchip al cane: quanto costa? Dove si deve mettere?
In conformità con l’articolo 4 della L.R. 16/2001, a partire dal 5 novembre 2024, il microchip diventerà obbligatorio per identificare i cani e i loro proprietari, oltre a contribuire alla lotta contro il randagismo attraverso la registrazione obbligatoria di tutti i cani nell’Anagrafe canina.
L’obbligo del microchip per i cani offre numerosi vantaggi: innanzitutto scoraggia l’abbandono, poi facilita il ritrovamento di cani smarriti e consente di identificare il loro proprietario. Inoltre, permette di tenere traccia dello stato delle vaccinazioni e consente di viaggiare all’estero con il proprio cane, dato che senza microchip non è possibile farlo.
Per gli animali nati prima del 2004 è fortemente raccomandato inserire il microchip, anche se legalmente è ancora valido il tatuaggio di riconoscimento. Come spiegato sul sito del Ministero della Salute: “Dal 1° gennaio 2005 l’unico sistema identificativo nazionale per gli animali d’affezione è il microchip.
Il microchip è un piccolo dispositivo elettronico, di forma cilindrica di circa 8/10 millimetri di lunghezza e 1/2 millimetri di diametro, rivestito in materiale biocompatibile, che viene introdotto sottocute esclusivamente da un medico veterinario. Il microchip deve essere conforme alla norma ISO (International Standards Organization) 11784 e all’Allegato A della norma ISO 11785″.
A prescindere dalla razza, devono avere il microchip obbligatorio i cani adottati in canile, trovati in strada o acquistati negli allevamenti. Per far mettere il microchip al proprio amico a quattro zampe ci si deve rivolgere ad un veterinario professionista oppure ad un addetto dell’ASL veterinaria entro e non oltre 60 giorni dalla nascita del cane. In caso contrario, si rischia di dover pagare delle multe particolarmente salate.
Al momento non esiste un tariffario veterinario unico a livello nazionale, il che significa che il costo del microchip per cani può variare da Regione a Regione e in base alle tariffe del veterinario scelto. In genere, il prezzo è simile a quello di una visita veterinaria, con una media che va dai 25 ai 40 euro.
Le ultime statistiche mostrano che le città del Sud tendono ad avere costi più bassi rispetto a quelle del Nord. Ad esempio, il costo medio è di 34 euro a Bari, 39 euro a Napoli e 43 euro a Roma.
I prezzi salgono in città come Milano, dove il costo medio è di circa 49 euro. Una volta inserito il microchip, il veterinario si occupa anche della registrazione del cane presso l’anagrafe.
Per assolvere a tale pratica, ad esempio, a Roma viene richiesto mediamente un pagamento ulteriore di 8 euro per la mera registrazione. Il microchip può essere applicato presso l’Asl e in genere il costo è più basso.
I soggetti che desiderano beneficiare dei servizi offerti dall’ASL nei primi due mesi di vita del cane hanno diritto al microchip gratuitamente o a un costo di base del dispositivo. In determinati casi, infatti, è possibile ottenere il microchip gratis rivolgendosi ai servizi veterinari della ASL di riferimento. Ad esempio per i cani adottati al canile o recuperati in strada senza microchip il costo è sempre a carico delle ASL.
In alternativa, è possibile rivolgersi a specifiche associazioni per la tutela degli animali, che spesso organizzano campagne di sensibilizzazione durante le quali offrono l’inserimento gratuito del microchip.
Per essere aggiornati sulle date delle prossime giornate di microchippatura gratuita, si consiglia di visitare i siti web delle associazioni che offrono questi servizi, come l’ALFA Associazione Love For Animals OdV e la Lega Nazionale per la Difesa del Cane.
Inoltre, è utile consultare anche i siti istituzionali delle regioni di riferimento. Ad esempio, il portale Salute Lazio fornisce informazioni sulle giornate dedicate alla microchippatura. È inoltre consigliabile verificare eventuali aggiornamenti pubblicati sul sito del Ministero della Salute.
Ma dove si mettono i microchip per i cani? Questi ultimi sfruttano la tecnologia RFID, ovvero tramite onde a radio-frequenza di piccolissima entità, non nocive per l’animale e il padrone.
Si tratta in pratica di una sorta di “carta di identità del cane” che presenta un codice univoco di 15 cifre e che può essere letta soltanto ed esclusivamente dai veterinari abilitati che verificano se l’animale sia regolarmente iscritto all’Anagrafe canina, ovvero un database digitale dove sono indicati tutti i principali dati del proprietario e dell’animale.
Per far mettere il microchip al cane ci si deve rivolgere, come detto, solo ad un veterinario professionista oppure ad un addetto dell’ASL veterinaria. Il microchip, ricordiamo, si presenta come una capsula di piccolissime dimensioni che viene inserita sottopelle sul lato sinistro del collo del cane attraverso l’utilizzo di apposite siringhe sterili monouso. L’operazione dura solamente pochi secondi e non è più dolorosa di una normale vaccinazione.
Una volta inserito il microchip il padrone deve provvedere alla registrazione dell’amico a quattro zampe presso l’Anagrafe canina attraverso la compilazione di una scheda in cui bisogna inserire i dati del proprietario e del cane. A poter far mettere il microchip ai cani sono solo le persone maggiorenni. I minori non possono essere formalmente i proprietari di un animale e pertanto al loro posto devono provvedere i genitori.
Mettere il microchip al proprio animale domestico non comporta alcun rischio. Il cane non avverte in alcun modo la presenza del microchip e non c’è nessun rischio che provochi reazioni allergiche o dolore. In ogni caso si consiglia di non aspettare che il cane sia ammalato per portarlo dal veterinario. Al fine di verificare il suo stato di salute è opportuno far visitare il cane almeno una volta all’anno per effettuare un controllo completo.