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Curiosità

Notte di San Lorenzo, perché si osservano le stelle? Tutto sulla tradizione

Published by
Matilde Brizzi

Dalla storia del martire che da il nome a questa nottata ai frammenti luminosi delle Perseidi, fino al perché esprimiamo desideri di fronte ad una stella cadente. Da dove hanno origine queste tradizioni?

Anche per questo 2023, uno dei giorni più romantici dell’anno è arrivato, anzi è più corretto parlare di notti: una notte stellata e magica.

Ogni 10 agosto, o X Agosto, come la celebre poesia di Giovanni Pascoli, gruppi di amici o coppie di innamorati accorrono ad organizzarsi per volgere lo sguardo al cielo distesi su una bella coperta e sperare di notare qualche stella cadente. Ogni stella vista corrisponde ad un desiderio da esprimere, ma perché esiste questa tradizione?

E sono davvero stelle quelle che osserviamo cadere? Scopriamo quali sono le storie attorno a questa data speciale, tra scienza, leggenda, e religione.

Perché si chiama “San Lorenzo”?

Partiamo dalla religione, che dopotutto è la causa del nome di questa notte. Le “stelle cadenti” che la caratterizzano sono anche dette lacrime di San Lorenzo.

Il 10 agosto ricorre la celebrazione liturgica del santo, martire cristiano messo a morte nel 258 d.C. a seguito delle persecuzioni nei confronti di vescovi, presbiteri e diaconi volute dall’imperatore romano Valeriano. Si racconta che Lorenzo, uno dei diaconi della Roma del tempo, venne ucciso quattro giorni dopo la decapitazione di papa Sisto II: il suo supplizio alimentò un culto particolarmente sentito nei primi secoli di vita della Chiesa cattolica, facendo nascere la credenza il tipico sciame delle Perseidi – quelle che noi crediamo essere stelle cadenti – nel cielo nella notte del 10 agosto fosse la testimonianza delle lacrime versate durante il martirio.

Che cosa sono in realtà le stelle cadenti?

Quelle che comunemente noi chiamiamo stelle cadenti, in realtà non sono stelle ma meteore e più precisamente, nel caso della notte del 10 agosto, sono frammenti di una cometa chiamata Swift Tutle.

Tale cometa ogni anno, tra il 9 e il 12 di agosto, passa molto vicino al Sole, rilasciando frammenti che invadono il cielo e che noi possiamo chiaramente distinguere “cadere”. Gli astronomi li chiamano Perseidi, perché il loro nome deriva da Perseo, la costellazione in cui è posizionato il radiante, ossia il punto da cui sembrano arrivare in apparenza tutte le scie.

Quando tali frammenti rocciosi, la cui velocità è di svariati chilometri al secondo, entrano in contatto con l’atmosfera, iniziano a bruciare per via dell’attrito provocando una pioggia luminosa (le meteore) osservabile a occhio nudo.

Perché esprimiamo i desideri per San Lorenzo?

Le leggende attorno all’origine della tradizione per la quale esprimiamo un desiderio per ogni stella cadente intravista sono svariate, e “danzano” tutte attorno al termine “desiderio”, ad eccezione dell’interpretazione religiosa.

Secondo questa, infatti, riagganciandoci alla storia del martirio di San Lorenzo, ogni volta che si esprime un desiderio a seguito di una scia luminosa, è come se intercettassimo una lacrima del santo, che quindi aumenterà le speranze che questo si avveri.

C’è invece chi attribuisce il legame con le stelle cadenti alla definizione di desiderantes proposta da Giulio Cesare nel suo De Bello Gallico. I desiderantes erano i soldati che attendevano sotto le stelle i compagni dispersi al termine di una battaglia, con la viva speranza di vederli prima o poi spuntare e ritornare durante la notte.

Immagine | @uai.it – Socialboost.it

Un’altra versione ha invece come punto di partenza il vero e proprio termine desiderium, sempre proveniente dal latino, che si traduce letteralmente con “mancanza di stelle”. Dall’antichità il mondo del cielo ha un significato prezioso, e i corpi celesti erano considerati dai nostri antenati delle vere e proprie divinità. Da qui deriva la credenza di osservare gli astri, poi chiudere gli occhi e tornare a de-siderarli, una volta che non si vedono più.

Infine, alcuni studiosi riconducono l’usanza ai marinai che desideravano tornare sulla terra ferma. E, per farlo, l’unica soluzione era affidarsi alla guida delle stelle in mare aperto, come il loro speranzoso riferimento.

Quando guardare le stelle cadenti quest’anno?

Gli astronomi dicono che per questo 2023 le concentrazioni di perseidi nel cielo sono iniziate molto presto, addirittura sono state visibili a partire dal 17 luglio, e lo saranno fino al 26 agosto.

In condizioni ottimali la frequenza massima è di 100 micro meteoriti all’ora, mentre la notte del 10 agosto è di 60 all’ora. Pertanto è probabile che si possano vedere più scie luminose altre sere, rispetto a quella scelta dalla tradizione, e per quest’anno il picco massimo dovrebbe ricadere sulla notte tra il sabato 12 e domenica 13 agosto.

Matilde Brizzi

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Matilde Brizzi

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