Tutte le 7 curiosità che non si conoscono sull’ornitorinco, l’affascinante animale che unisce caratteristiche di mammiferi, uccelli e rettili.
L’ornitorinco con una coda a forma di pagaia, un corpo peloso, simile a quello di una lontra, e un becco piatto e piedi palmati, che richiamano quelli dell’anatra, è indubbiamente una delle creature più singolari esistenti sulla terra.
I platypus, o platypuses come correttamente indicati in forma plurale, rappresentano una delle poche specie di mammiferi in grado di produrre veleno. I maschi, in particolare, presentano uno sperone collegato a una ghiandola secretrice che durante la stagione degli accoppiamenti rilascia una sostanza velenosa.
Dimensioni e peso di maschi e femmine
I platipus maschi adulti presentano dimensioni che variano dai 39,8 ai 62,9 centimetri, mentre le femmine adulte misurano dai 36,8 ai 54,8 centimetri di lunghezza, dalla punta del becco alla punta della coda. In termini di peso, i maschi adulti possono raggiungere dai 0,8 ai 3 chilogrammi, mentre le femmine si aggirano sui 0,6 ai 1,7 chilogrammi. Tuttavia, va sottolineato che queste variazioni dimensionali sono normali all’interno della specie dei platypus. Recenti ritrovamenti fossili hanno permesso agli scienziati di dedurre che gli antichi platipus erano significativamente più grandi rispetto alla varietà moderna, raggiungendo ben 1 metro (3,3 piedi) di lunghezza.
Caratteristiche anatomiche dell’ornitorinco
Come noto, i platipus presentano una folta e densa pelliccia marrone scuro, con macchie chiare vicino agli occhi e sul lato inferiore. Tuttavia, sotto la luce ultravioletta, la pelliccia si illumina di sfumature verdi e blu. Si teorizza che questa biofluorescenza possa contribuire a ridurre la visibilità degli animali ai predatori, ma il suo effettivo ruolo ecologico è ancora oggetto di studio e ricerca da parte della comunità scientifica.
L’anatomia dell’ornitorinco è dotata di interessanti peculiarità. I suoi piedi anteriori presentano una pelle extra che svolge la funzione di pagaia durante la nuotata. Tuttavia, una volta a terra, questa pelle si ritrae, rivelando artigli più pronunciati che gli permettono di camminare sulle nocche, proteggendo la fettuccia. Inoltre, il becco dell’ornitorinco, simile a quello di un’anatra, ha una consistenza liscia simile alla pelle scamosciata ed è altamente flessibile e gommoso. La sua pelle contiene numerosi recettori sensoriali che gli consentono di navigare sott’acqua e rilevare il movimento dei suoi potenziali prede, come i gamberetti. Tali caratteristiche rendono l’ornitorinco un animale dal fascino unico e affascinante.
L’ornitorinco è un animale velenoso?
Secondo una ricerca condotta da Bianca op den Brouw, tossicologa dell’Università di Melbourne in Australia, i platypus maschi dispongono di ghiandole velenose posizionate vicino al loro bacino che si collegano a speroni cavi posti sulle loro zampe posteriori. Questi speroni sono presenti anche nelle giovani femmine, ma vengono persi nel primo anno di vita.
Il volume delle ghiandole velenose dei maschi adulti può variare durante l’anno, con un picco durante la stagione riproduttiva in cui i maschi competono per la partner. Per iniettare il veleno, il maschio avvolge le zampe intorno alla sua vittima e guida gli speroni attraverso la carne dell’animale.
Il veleno in sé contiene una miscela di oltre una dozzina di proteine appartenenti a tre classi principali di tossine. Sebbene non letale per i platypus o per gli esseri umani, può causare gonfiore e un dolore debilitante, causando anche un ritardo nella guarigione delle ferite e una disfunzione delle membrane cellulari. Fortunatamente, il dolore causato dal veleno può essere gestito con l’uso di farmaci bloccanti nervosi che prevengono il segnale di dolore dal raggiungere il cervello.
Dove vive l’ornitorinco
Vive prevalentemente in Australia, dal Victoria occidentale fino al Queensland settentrionale, compresi Tasmania e King Island. Lo si può trovare all’interno di bacini di acqua dolce, come laghi, fiumi, stagni e torrenti, dove passano dalle 10 alle 12 ore della notte a caccia di cibo. Sono notturni e più attivi durante il crepuscolo. Durante il giorno, si nascondono in tane sulla riva, sotto sporgenze rocciose, radici o detriti. La pelliccia impermeabile e spessa dei Platypuses li protegge dagli estremi climatici e le loro grandi code immagazzinano grasso extra per l’energia. La resistenza e l’adattabilità di questi animali sono notevoli e ne fanno una specie unica e affascinante.
Cosa mangia l’ornitorinco
Il platypus è un animale carnivoro che si nutre di carni e mai di piante. La caccia del suo cibo avviene in acqua, dove utilizza la sua sensibile beccuccia per rilevare prede sul fondale. Una volta individuato il cibo, come larve di insetti, gamberetti, coleotteri nuotanti, insetti acquatici o girini, gli animali li raccolgono nelle loro sacche per le guance e nuotano in superficie.
Dopo aver trovato ciò che cercava, il platypus usa i suoi “piatti di macinazione” in bocca per masticare il cibo. Alcune volte, può anche raccogliere del fango e della sabbia che poi espelle insieme all’acqua in eccesso attraversando le scanalature delle mascelle inferiori. Interessante notare che è stato osservato mangiare anche cicale e falene catturandole sulla superficie dell’acqua.
Come nascono i cuccioli di ornitorinco
Mentre la maggior parte dei mammiferi partorisce i propri piccoli, i monotremi, tra cui gli ornitorinchi e gli echidna, depongono le uova. Gli echidna sono gli unici altri monotremi al mondo, e si trovano solo in Australia e Nuova Guinea. I platypus femmine, scavano delle vere e proprie camere nel terreno vicino al fiume per deporre le loro uova, che poi tengono al caldo con la groppa e la coda. Una volta nati i cuccioli vengono allattati e rimangono all’interno della tana in cui sono nati per molto tempo. Quando giunge il loro momento questi piccoli raggiungono l’acqua ed è come se non avessero mai fatto altro. Infatti la loro capacità di nuotare è così innata che sembra ci siano nati.
L’ornitorinco è una specie in estinzione?
Nonostante la specie non sia attualmente in pericolo, l’IUCN li ha catalogati come “quasi minacciati”. Insomma, sembra che gli ornitorinchi stiano attraversando un periodo abbastanza turbolento e potrebbero essere a rischio a breve termine. E’ quindi essenziale preservare il loro territorio e la specie nella loro vita nella natura selvaggia, tutelandoli e garantendo loro un ambiente protetto per poter godere ancora a lungo di questi piccoli tesori.
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