La pensione è un argomento tabù in Italia, con molti che pensano sia impossibile vederla in futuro. In realtà non molti sanno che anche con solo 15 anni di contributo si può accedere all’assegno. L’importo è quello che non ti aspetti.
La legge, in Italia, oggi ci dice che per accedere alla pensione di vecchiaia si devono avere almeno 67 anni con almeno 20 anni di contributi. Andiamo per ad analizzare una novità più da vicino.
A stabilire quanto detto sulla pensione è la Legge Fornero del 2011, una legge ancora attiva e dunque ancora abile durante il 2024. Il Governo di Giorgia Meloni ha però lanciato una modifica non di poco alla legge in questione. Fino al 31 dicembre del 2023 per andare in pensione all’età di 67 anni non bastavano 20 anni di contributi. Era necessario aver maturato un assegno previdenziale che si attestasse minimo su 1.5 volte l’importo di quello che è l’assegno sociale.
Da quest’anno invece sarà sufficiente aver raggiunto un assegno previdenziale che sia pari in importo per il sociale. Per molti si sarebbe dovuti arrivare a 70 anni per maturare la pensione. Questo però non esclude altri casi più particolari che possano portare alla pensione anche con appena 15 anni di contributi. Andiamo a scoprire in che senso.
Sono tantissime le persone che, purtroppo, in seguito a varie situazioni, non riescono a raggiungere quello che il requisito contributivo minimo di 20 anni per arrivare a prendere l’assegno della pensione. C’è però un modo per vivere una situazione diversa facendo scendere gli anni a 15.
Il tutto può accadere grazie alle tre deroghe Amato che specificano come arrivati a 67 anni si può accedere alla pensione anche solo per aver maturato 15 anni di contributo. Sono necessarie però che si incastrino diverse situazioni. Per prima cosa tutti i contributi devono essere stati versati entro la fine del 1992. L’Inps aveva autorizzato il versamento di contributi volontari entro il dicembre del 1992. Il primo contributo è stato versato 25 anni prima della richiesta della pensione e per 10 anni di lavoro che non è stato di fatto svolto in tutte le 52 settimane di un singolo anno.
Per il calcolo del bonifico si deve fare attenzione a due fattori. Il primo è legato al montante contributivo, l’insieme dei contributi versati lungo l’arco del periodo di lavoro. E anche l’età in cui la persona va in pensione. Di fatto il montante viene moltiplicato per il coefficiente di trasformazione che di fatto aumenta con l’avanzare dell’età in cui si va in pensione.
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