Perché le strade costruite ai tempi dei romani sono incredibilmente resistenti?

Le strade romane sono un esempio di capolavoro d’ingegneria e, anche dopo secoli, possiamo ancora ammirarle. Ma come le costruivano?

La rete viaria romana ha permesso all’Impero Romano di raggiungere l’apice della sua grandezza, proprio perché consentiva ai soldati di muoversi rapidamente e veniva ampiamente sfruttata per il commercio rendendolo più efficiente.

Ma i Romani come costruivano le strade e come hanno fatto a conservarsi così bene fino ai giorni nostri? Scopriamolo.

Com’erano fatte le strade romane?

I Romani hanno cominciato a costruire strade in primis per motivi militari, affinché le legioni potessero spostarsi in modo più agevole e rapido all’interno dell’Impero.

Per poterle realizzare, gli ingegneri romani e gli agrimensores, ovvero i geometri dell’epoca, procedevano disegnando la via più breve e dritta possibile in grado di collegare un luogo all’altro.

Quando non era possibile, si andava ad adattare il terreno o ad aggirare ostacoli che non potevano essere rimossi. L’aspetto incredibile è che venivano realizzati ponti e gallerie, che richiedevano un progetto elaborato, solido e sicuro.

In seguito alla progettazione cominciava la vera e propria esecuzione che comprendeva gli step o meglio gli strati che stiamo per elencarvi.

Le fasi di costruzione della strada

Per prima cosa si realizzava lo scavo, ovvero una fossa stratificata con alla base uno statumen di grossi blocchi di pietra legati con della malta cementizia. 

Lo statumen serviva come base strutturale per dare maggiore solidità alla strada. Sopra si applicava il rudus, uno strato composto da pietrame e laterizi rotti uniti da una sostanza legante. Essendo meno compatto dello statumen, il rudus permetteva all’acqua piovana di scorrere.

Sopra il rudus, veniva applicato uno strato di ghiaia e sabbia chiamato nucleus, che a sua volta aveva il compito di rendere più drenante la strada.

strada romana
Esempio di strada romana – Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 – socialboost.it

Il pavimentum era l’ultimo strato e quello che richiedeva anche maggiore cura, infatti i romani lavoravano appositamente delle pietre levigandole per inserirle in quest’ultimo livello. 

A conclusione dell’opera, venivano posizionate le pietre miliari, che servivano ad indicare le miglia di distanza tra le località, se vogliamo possono essere considerate le antenate dei nostri cartelli stradali. 

Alcune strade romane sono ancora visibili

I quattro strati delle strade, le rendevano particolarmente durevoli, tanto da permettere loro di sopravvivere fino ai giorni nostri.

Ad oggi è possibile ammirare dal vivo questi capolavori in diversi parti d’Europa e non solo.

Ecco un piccolo elenco delle principali porzioni di strade romane ancora visibili:

  • Un tratto della via Appia all’interno del Parco Archeologico dell’Appia Antica a Roma.
  • Via Gemina ad Aquileia, che arrivava fino in Slovenia.
  • Via Traiana, visibile all’altezza di Egnazia, in provincia di Fasano, in Puglia. Un tempo questa via collegava Benevento e Brindisi.

In passato la rete viaria romana si stendeva per 80.000 km e comprendeva 372 strade, per una copertura di 3 continenti. Vi basti pensare che queste strade superavano le alpi e si insinuavano addirittura nel deserto del Sahara. 

Ora avete un’idea chiara della maestria, dell’ingegno e della capacità tecnica che hanno reso grande il popolo romano, designandolo come uno degli imperi più importanti che siano mai esistiti.

Il loro contributo a livello ingegneristico viene ancora oggi studiato e preso come esempio. In fin dei conti, se il detto “tutte le strade portano a Roma” ci sarà pure un motivo, no?

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