Per i musulmani è iniziato il mese del Ramadan, ma sapevate cosa mangia chi lo rispetta? Ecco la risposta a questa domanda
Ieri, 10 marzo 2024, ha avuto ufficialemente inizio il mese del Ramadan, il quale è un periodo sacro per i musulmani, stabilito dal Corano, che perdura per un intero mese, quindi (per quest’anno) fino al 9 aprile. Durante il Ramadan, tutti i musulmani adulti e in buona salute sono tenuti, dalle prime ore dell’alba fino al tramonto, ad astenersi dal mangiare, bere, fumare e praticare rapporti sessuali per motivi religiosi. Secondo gli insegnamenti del Corano ci sono però delle eccezioni: solo i minori, gli anziani, i malati, le donne in allattamento o in gravidanza sono esentati dal digiuno (chiamato sawm). Le donne che hanno il ciclo mestruale o coloro che sono in viaggio sono temporaneamente esenti dall’obbligo di digiuno. Ma cosa si mangia durante questo mese? Ecco la risposta a questa e a molte altre domande.
Il 10 marzo ha segnato l’inizio del Ramadan di quest’anno, il periodo sacro per gli islamici che corrisponde al nono mese del calendario lunare musulmano. Secondo la tradizione islamica, questo è il mese in cui Maometto ricevette la rivelazione del Corano, considerato una guida per la retta condotta e la salvezza degli uomini. Il Ramadan è dedicato al digiuno, alla preghiera, alla meditazione e all’autodisciplina.
Il Ramadan è determinato dalle fasi lunari, più precisamente dall’osservazione a vista della luna crescente (hilal). Questa caratteristica porta a due conseguenze significative: innanzitutto, il Ramadan può iniziare e terminare in date diverse da Paese a Paese. In Italia, nel 2024, ad esempio, inizia il 10 marzo e dovrebbe concludersi il 9 aprile, a seconda dell’avvistamento della luna nuova. Inoltre, ogni anno il Ramadan inizia prima rispetto all’anno precedente, e ci sono anni in cui viene celebrato durante l’inverno, con giornate più corte e digiuno meno prolungato.
In questo periodo storico, nel nostro emisfero, il Ramadan cade durante la primavera/estate, portando con sé alcune sfide. Ad esempio, a Reykjavik, in Islanda, il digiuno dura poco meno di 22 ore, dall’alba (intorno alle 2 del mattino) al tramonto (circa a mezzanotte). A Sydney, in Australia, essendo inverno, il digiuno dura poco più di 11 ore, mentre in Alaska, nello stesso periodo, il Sole non tramonta mai. In situazioni come queste, si sono poste delle domande riguardo al digiuno, risolte da alcuni saggi che hanno suggerito agli abitanti musulmani di Juneau, in Alaska, di seguire il calendario di un altro Paese.
Il digiuno, come sottolineato in precedenza, è un obbligo per tutti i musulmani adulti e in buona salute, che devono astenersi dal mangiare, bere, fumare e praticare sesso dalle prime luci dell’alba fino al tramonto. Sono esentati dal digiuno i minori, gli anziani, i malati, le donne in gravidanza o in fase di allattamento. Le donne durante il ciclo mestruale e coloro che sono in viaggio sono esentati temporaneamente. Il digiuno viene interrotto al tramonto con un dattero o un bicchiere d’acqua, seguito dal pasto serale (iftar).
Il digiuno (sawm) è uno dei cinque pilastri della fede islamica. Gli altri sono la professione di fede (kalima), la pratica quotidiana delle cinque preghiere (salat), l’elemosina (zakat) e il pellegrinaggio (hajj) a La Mecca, da compiersi almeno una volta nella vita. In alcune comunità più osservanti, la mancata osservanza di questi pilastri può essere considerata come apostasia.
Il Ramadan rappresenta il mese più sacro per i musulmani, che contano circa 1,6 miliardi di fedeli in tutto il mondo. Questo periodo sacro è osservato contemporaneamente in tutti i Paesi islamici.
Poiché il calendario islamico è lunare (con un anno lunare più breve di circa 11 giorni rispetto a quello solare), il mese di Ramadan non cade sempre nello stesso periodo del calendario gregoriano. La numerazione degli anni islamici inizia dal 622 d.C., quando Maometto si trasferì da Mecca a Medina. Pertanto, il 9 aprile 2024, che segna la fine del Ramadan, corrisponde al “30 Ramadan 1445” per i musulmani.
La domanda che però in molti si pongono è: “Ma quali sono i cibi che vengono consumati in questo periodo?” Ecco la risposta.
Al tramonto, il digiuno viene interrotto con un dattero o un sorso d’acqua, seguito dal pasto serale conosciuto come iftar. Secondo la tradizione, per spezzare il digiuno serale, è consuetudine consumare un dolce leggero composto da uno strato sottile di amido, arricchito con latte, semi di melagrana, noci e acqua di rose. Questo dolce ha origine dall’Anatolia, dove fu introdotto dalle popolazioni che si insediarono nella regione a partire dall’XI secolo.
Il güllaç è considerato dagli storici della gastronomia l’antenato dello strudel, grazie ai suoi distintivi strati di pasta sfoglia che racchiudono un ripieno dolce, arricchito con frutta secca. Le sue origini risalgono addirittura alla Mesopotamia, situata tra i fiumi Tigri ed Eufrate, corrispondente all’attuale Iraq. Fin dall’antichità, dolci simili, composti da strati di pasta sfoglia o pane azzimo alternati con noci e miele, erano diffusi in queste terre. Un documento risalente all’VIII secolo a.C., ritrovato negli archivi di corte degli antichi sovrani assiri, menziona un dessert preparato con strati di pasta sfoglia o pane azzimo, alternati con noci e miele.
Questi dolci si diffusero probabilmente in tutto il Mediterraneo orientale attraverso i mercanti provenienti dalla Mesopotamia, trovando tracce nella cucina dell’antico Egitto e dell’antica Grecia. Nel Mediterraneo, i dolci mesopotamici si evolsero, con la pasta sfoglia che sostituì definitivamente il pane azzimo e l’impasto arricchito con melassa e frutta secca, mentre le noci e i pistacchi venivano preferiti come guarnizione.
Vi sono variazioni significative nella tradizione culinaria del Ramadan al momento della rottura del digiuno al tramonto. Ogni Paese presenta le proprie peculiarità: ad esempio, in Tunisia, Algeria e Marocco, viene preparato il cous-cous esclusivamente con agnello, arricchito con uvetta; in Siria e Giordania, invece, si gustano i “katai”, dolci ripieni di cocco, nocciole tritate e zucchero.
Durante il Ramadan, si consumano anche succhi di frutta, mentre nei Paesi del Maghreb è diffuso quello alla liquirizia, che aiuta a mantenere la pressione sanguigna, la quale tende naturalmente a diminuire durante il digiuno.
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