Russell Crowe in concerto a Roma: l’incontro a Cinecittà

Russell Crowe, attore di fama internazionale, si trova attualmente a Roma per la terza tappa del tour con la sua blues rock band ‘Indoor Garden Party’. Dopo l’esibizioni a Catanzaro e Taranto, Crowe ha incontrato i giornalisti a Cinecittà, parlando di Ai, Hollywood, e cinema moderno. La questione “dell’intelligenza artificiale nel cinema va presa con estrema serietà, l’Ai è una minaccia alla creatività. Se le lasciamo prendere il sopravvento andrà persa la creatività della mente umana e le nostre vite saranno molto più povere”, ha dichiarato.

Nell’occasione, l’attore ha anche speso alcune parole per lo sciopero degli sceneggiatori a Hollywood. La manifestazione, infatti, ha come obiettivo il contrasto all’uso dell’intelligenza artificiale per creare film o altre opere artistiche. “Siamo a un punto di svolta. I sindacati degli sceneggiatori e degli attori stanno cercando di trovare una soluzione ma è difficile perché ci sono tanti soldi in gioco. Il rischio è che più si vada avanti a trattare peggiore sarà la soluzione”, ha dichiarato.

Le parole di Crowe

Crowe ha anche parlato di come il cinema sia cambiato nel corso del tempo. “Mi ricordo che nel 2009, sul set di Robin Hood dove avevano ricostruito persino un castello, ho avuto un momento epifanico rendendomi conto che quello probabilmente sarebbe stato l’ultimo set così grandioso su cui avrei lavorato. Ora ci sono i film grandissimo budget, come quelli sui supereroi. Io sono stato nel mondo della Dc Comics il padre di Superman, e in quello Marvel il padre di Hercules, e presto mi vedrete anche come padre del protagonista in Kraven il cacciatore, ma lì sei davanti a degli schermi blu, poi tutto viene creato dopo al computer“.

Una foto della città di Roma
Immagine | Pixabay @martieda – Socialboost.it

Secondo Crowe, nella cinematografia di oggi si va da un estremo all’altro. Da una parte “ci sono i film dal grandissimo budget, e da una parte quelli destinati a un pubblico adulto con un budget limitato. Mancano quei film che consentivano di raccontare belle storie con budget più sostanziosi, come ‘Toro Scatenato’ o ‘A beautiful mind’, ma è uno spazio che hanno preso oggi soprattutto le serie”. Una questione che l’attore ha toccato con le proprie mani: infatti, Crowe avrebbe dovuto interpretare il pittore Mark Rothko in un nuovo film. Tuttavia, per mancanza di budget, il film è fermo.

Non so cosa succederà, l’avremmo dovuto fare nel 2019, ma capisco che la regista non volesse abbassare troppo l’ampiezza del progetto, vedremo“. Ma cosa porta Crowe ad accettare un ruolo piuttosto che un altro? “Cercare qualcosa che non ho fatto, anche se nel mio lavoro non è semplice, vogliono sempre che tu ripeta quello che è andato bene. Io parto sempre dalle parole, dalla sceneggiatura. Per questo i miei migliori amici e i miei peggiori nemici in questo mestiere sono gli sceneggiatori”.

Crowe e Roma

Recentemente l’attore, che aveva ricevuto dal sindaco Roberto Gualtieri il titolo onorario di ambasciatore di Roma, ha sostenuto attraverso un video la candidatura della Capitale per Expo 2030. L’esibizione romana, tenutasi domenica 25 giugno, è stata la prima per Crowe nella città, nonostante sia dagli anni ’80 che unisce il cinema alla musica. “Chissà un giorno mi piacerebbe anche fare al Colosseo… ma spero prima del 2030, sapete che fottuta età avrò allora?”.

Crowe ha poi parlato del legame profondo che lo lega all’Italia. Questo è dovuto al “1000% al Gladiatore, sento qui un grandissimo calore e famigliarità dalla gente. Le persone mi considerano quasi uno zio. Non è dovuto solo al fatto che sia famoso, sento qui riconoscimento e un apprezzamento da parte della gente, che non ricevo in maniera uguale in Australia”. Infine, due parole proprio sul Gladiatore 2, che vedrà Paul Mescal come protagonista. Il film sarà diretto da Ridley Scott. “Non sono stato assolutamente contattato e non ho niente a che fare con il film, e capite bene perché”, ha dichiarato.

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