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Curiosità

Sapevi che in mezzo all’oceano Indiano c’è un grosso buco gravitazionale? Ecco perché

Published by
Claudia Santini

Scoperta l’origine dell’affascinante buco gravitazionale misurato al centro dell’oceano Indiano: ecco come si è formato e cosa gli succederà nel futuro

Hai mai sentito parlare di buchi gravitazionali? Tieniti forte perché stiamo per fare un viaggio al centro dell’oceano Indiano dove insiste un curioso fenomeno che oggi, finalmente, ha spiegazione. Certo, la Terra è un pianeta affascinante e ricco di misteri, ma uno di questi si nasconde proprio nell’oceano Indiano e ha dato qualche grattacapo agli esperti che cercavano di giustificarlo. I geologi lo chiamano “Indian Ocean Geoid Low” (Iogl), ma in breve è un buco gravitazionale, ovvero il punto della Terra in cui la forza di gravità è più debole in assoluto. Questo fenomeno è stato oggetto di studio da parte di un gruppo di ricerca guidato dalla professoressa Attreyee Ghosh dell’Indian Institute of Science, che ha recentemente pubblicato i risultati delle loro indagini sulla rivista Geophysical Research Letters.

Ecco cosa è stato scoperto.

Sapevi che in mezzo all’oceano Indiano c’è un grosso buco gravitazionale? Ecco perché

Prima ancora di arrivare alle sorprendenti conclusioni dello studio, facciamo un piccolo passo indietro. Che forma ha la Terra? Contrariamente a quanto molti pensano, il nostro meraviglioso pianeta non ha una forma sferica perfetta, ma assomiglia più… a una patata irregolare. Sì, proprio così. Questa forma, chiamata geoide, tiene conto delle irregolarità gravitazionali del nostro pianeta, dovute alla distribuzione non omogenea di massa al suo interno. È come se la superficie della Terra fosse perpendicolare in ogni punto alla forza gravitazionale.

Foto | Unsplash @NASA – SocialBoost.it

Il “buco gravitazionale” rilevato dell’oceano Indiano è la più grande di queste irregolarità. Se pensi che sia una cosa di poco conto, beh, dovrai cambiare idea perché la sua esistenza è stata definita come uno dei problemi più eccezionali delle Scienze della Terra. Già nel 2017, la professoressa Ghosh aveva suggerito una teoria. Pensava che questa zona, caratterizzata da una minore gravità, potesse essere causata dalla risalita di rocce molto calde e meno dense all’interno del mantello terrestre. I movimenti delle placche terrestri, registrati nel continente africano vicino nel tempo, avrebbero avuto un ruolo cruciale in questa dinamica.

Nel nuovo studio condotto da Ghosh e dal suo gruppo di ricerca, sono state simulate le evoluzioni e i movimenti delle placche terrestri negli ultimi 140 milioni di anni. I risultati ottenuti sembrano confermare l’ipotesi formulata nel 2017, indicando un buon livello di coerenza tra le simulazioni e le analisi condotte. Secondo Debanjan Pal, primo autore dello studio, il buco gravitazionale definito Iogl ha probabilmente acquisito la sua forma attuale circa 20 milioni di anni fa, ma non è destinato a rimanere immutato per sempre.

I cambiamenti nel prossimo futuro

Quando le anomalie di temperatura che sono responsabili del “geoid low” si sposteranno dalla loro posizione attuale, il buco gravitazionale inizierà a scomparire gradualmente. Questo significa che la forma della Terra sta sempre cambiando e fenomeni come l’Iogl possono scomparire nel corso del tempo. In parole povere, il buco gravitazionale non è una caratteristica stabile della Terra, ma è soggetto a mutamenti a causa di vari fattori, come le fluttuazioni della temperatura nel mantello terrestre. Insomma, questa dinamicità continua ci dimostra ancora una volta che il nostro pianeta è in costante evoluzione.

I ricercatori, in ogni caso, stanno continuando a indagare per comprendere appieno le cause di questo fenomeno e le implicazioni che potrebbe avere sulla geologia e sulla geofisica.

Claudia Santini

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Claudia Santini

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