Tutto quello che c’è da sapere sugli scioglilingua, da cosa servono a come si usano per migliorare la pronuncia e quali sono i più utili di tutti.
Chi di noi non ha mai provato a recitare uno scioglilingua? Quei brevi testi linguistici che ci costringono a pronunciare parole difficili e ripetitive, cercando di farle uscire dalla bocca con la giusta cadenza e intonazione. Ma a cosa servono, esattamente, gli scioglilingua? In questo articolo, analizzeremo nel dettaglio questa particolare forma di linguaggio articolando i benefici che ne derivano per la nostra pronuncia e per il nostro orecchio musicale. Inoltre, vedremo quali sono i più utili e perché possano essere una preziosa attività da svolgere per allenare la nostra memoria. Pronti a sfidare le vostre abilità linguistiche?
A cosa serve lo scioglilingua
Prendi una matita o una penna, mettila fra i denti e cerca di ripetere per dieci volte la seguente filastrocca: Acquisterò in quantità chiavi, chiusure piccole, catene, serrature, ferri da serrare, coperture, chiodi, barre, arpioni, non faccio parte di quegli stolti che si lasciano imbrogliare.
Eliminate ora la matita e tentate di esprimervi. Noterete che la vostra lingua è più agile. Gli scioglilingua sono così definiti perché, se pronunciati rapidamente, tendono a far “ruotare” la lingua; tuttavia, ripetendoli più volte, la rendono “più reattiva” (non è un caso che siano chiamati anche risveglia lingua), poiché migliorano le abilità di comunicazione, stimolando i muscoli e le giunture della bocca.
Gli esercizi di dizione sono infatti molto popolari nei circoli professionali in cui l’uso della voce è fondamentale, come canto, recitazione, doppiaggio e conduzione radiofonica. Ad esempio, potreste sentire un attore che ripete “I generali ricarichino i loro orologi” come parte del suo allenamento prima di salire sul palco. Tuttavia, nonostante tutta la pratica, gli errori sono inevitabili, anche tra i più abili. Un caso noto è quello di Emilio Zago, un attore teatrale dell’epoca passata, il quale all’inizio della sua carriera è caduto vittima dell’ansia da palcoscenico e invece di esclamare “ecco carta penna e calamaio”, ha detto “canna pera e caralaio”.
E chi può dimenticare il rinomato conduttore Corrado Mantoni? Quando era in onda su Radio 1, esclamò: «E adesso, cari ascoltatori, mettiamo in onda la “Cacata delle Walkirie” di R. Wagner. Mi scuso, intendevo dire la “Cavalcata”…». E poi c’è il famoso giornalista sportivo Bruno Pizzul che ha fatto un gaff scambiando “taccuino” per “tacchino” quando ha parlato di come l’allenatore Giovanni Trapattoni prendeva nota. Allo stesso modo, ci sono alcuni scioglilingua progettati apposta per creare questi divertenti equivoci: se pronunciate rapidamente e ripetutamente “mazzo di carte” e “carte di mazzo”, potreste finire per scivolare nel dire un’imbarazzante parolaccia.
Gli scioglilingua più utili per i problemi di pronuncia
Iniziamo con alcuni semplici scioglilingua: “sotto il mio palazzo c’è un cane pazzo e povero, vorrei offrire un pezzo di pane a quel cane pazzo e povero” o “tre tazze strette in tre tazze strette” oppure “Vuoi quei kiwi”.
Per recitare queste frasi velocemente, si consiglia di iniziare tentando a un ritmo normale. Incrementare gradualmente la velocità e suddividerle in sillabe se la recitazione risulta difficile, ripetendo fino a quando non viene bene. Iniziare con quelli semplici come “Tre tigri contro tre tigri” o “Se oggi seren non è, doman seren sarà, se non sarà seren si rasserenerà”.
Ma chi ha creato queste filastrocche senza senso che fanno inciampare la nostra lingua? Risalire alle sue radici non è semplice, in quanto nel passato venivano spesso passate di bocca in bocca, non attraverso documenti scritti. Tuttavia, possiamo trovarne alcuni in testi latini antichi, come quello scritto dal poeta Quinto Ennio (239 a.C. – 169 a.C), in un frammento del primo libro degli Annales, che riguarda il Ratto delle Sabine: “O Tite tute Tati tibi tanta tyranne tulisti” (traduzione: “O Tito Tazio, su te, o tiranno, tante calamità hai portato”). Sei ispirato a creare il tu personale scioglilingua?
Le cinque direttive per creare un scioglilingua includono:
1. Devono contenere rime
2. Essi sono di natura semplice
3. Sono composti da parole che presentano lettere simili
4. Di solito non hanno un significato particolare
5. Sono facilmente memorizzabili.
Potreste anche mettervi alla prova organizzando una competizione con i vostri amici per vedere chi ne può inventare o pronunciare di più.
Per ogni problema di pronuncia, esistono molti esercizi disponibili, da “anghe” a “zole”. Svolgono un ruolo fondamentale nella correzione e nel superamento della balbuzie o dei problemi di articolazione, ad esempio quando le lettere come “R” (rotacismo) o “S” vengono pronunciate in modo errato. Ci sono esercizi specifici per ciascuna lettera dell’alfabeto ed ecco alcuni utili per correggere i problemi di pronuncia più frequenti. Memorizzateli e ripeteteli velocemente.
- Se dite “attendo” al posto di “attento”, provate a ripetere: Non importa quanto ti sforzi di restare concentrato, finisci sempre per pentirtene e sentirti insoddisfatto; oppure prova a dire: Tre pezzi di pane duro stanno in tre tasche strette.
- Se usate “anghe” invece di “anche”, provate a ripetere: Chi semina semi di senape secca, sempre semi di senape secca raccoglie.
- Infine, se dite “zole” al posto di “sole”, ripetete: Sono privo del sesto senso.
Le curiosità sugli scioglilingua
Il Guinness dei Primati ha registrato lo scioglilingua più esteso del mondo, esso appartiene alla lingua africana zosi. Viene chiamato ‘La puzzola Gaugadi’. La sua interpretazione in italiano potrebbe essere rappresentata così: Gaugadi, la puzzola di quest’area, arrampicò il pendio, cadde all’indietro, iniziò a divertirsi tra l’erba e si fratturò l’osso del collo.
In lingua inglese, recitare otto volte la parola “buffalo” sequenzialmente dà vita ad una frase con un significato completo. Ad esempio, “Buffalo buffalo Buffalo buffalo buffalo buffalo Buffalo buffalo” può essere tradotto in italiano come “I bisonti di Buffalo che intimidiscono altri bisonti di Buffalo, sconcertano (altri) bisonti di Buffalo”. Nel dialetto veneto, un equivalente a questo potrebbe essere “i gà igà i gai”, che vuol dire “hanno legato i galli”.
Ad esempio, in cinese e in altro altre lingue, parole uguali possono variare di significato in base alla posizione dell’accento tonico. “Mama qí ma. Ma màn mama mà ma” risuona come “La mamma va a cavallo, il cavallo è lento, la mamma rimprovera il cavallo”. Ma cambiando l’accento cambia la frase in “Il cavallo va sulla mamma ma la rimprovera perché è lenta”.