Esplorare lo spazio, una sfida senza confini nell’infinita meraviglia dell’universo: ecco le missioni più iconiche che hanno raggiunto frontiere impensate
La Settimana Mondiale dello Spazio, in inglese World Space Week, è una ricorrenza internazionale annuale celebrata in varie parti del mondo, soprattutto in Europa e Asia, dal 4 ottobre al 10 ottobre. Ufficialmente, è definita come “una celebrazione internazionale della scienza e della tecnologia e del loro contributo al miglioramento della condizione umana“. Questa commemorazione è stata istituita il 6 dicembre 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha scelto queste date in onore di due importanti eventi che hanno segnato i capisaldi epocali nella storia dell’esplorazione spaziale: il lancio del primo satellite terrestre, il Sputnik 1, avvenuto il 4 ottobre 1957, e l’entrata in vigore del Trattato sullo spazio extra-atmosferico il 10 ottobre 1967.
Da allora, in occasione della Settimana Mondiale dello Spazio, in tutto il mondo si svolgono eventi e programmi didattici, aperti a tutti, di anno in anno focalizzati su un tema ben preciso, in un affondo particolare sul tema dei viaggi spaziali. Per il 2023, in particolare, si è scelto di commemorare il percorso convergente tra esplorazione spaziale e imprenditorialità. A tal proposito, Dennis Stone, presidente della World Space Week Association, ha commentato: “Il tema della World Space Week 2023, ‘Spazio e imprenditorialità’, sottolinea la crescente importanza dell’impegno imprenditoriale nel settore spaziale. Non vediamo l’ora di promuovere la comprensione delle vaste opportunità disponibili nel settore e di ispirare le persone a livello globale a considerare il loro ruolo nel futuro dell’esplorazione spaziale”.
Nella Settimana Mondiale dello Spazio sembra doveroso riportare alla memoria le missioni spaziali più importanti della storia, ripercorrendo i passi un’avventura umana che ha osato sfidare i confini dell’ignoto, inaugurando nuove prospettive sull’Universo conosciuto.
Nel corso della storia, molte missioni spaziali hanno avuto successo, mentre altre si sono concluse tragicamente. Tuttavia, ognuna di esse ha contribuito a fare avanzare, anche di un solo passo, la comprensione dell’Universo, rivelando segreti sul suo funzionamento e sulla sua composizione. In tal senso, i viaggi nello spazio sono sicuramente stati frutto dalla curiosità umana, ma hanno anche svolto un ruolo significativo nel progresso scientifico e tecnologico. Pertanto, per rendere omaggio alla Settimana mondiale dello spazio, ricordiamo le missioni spaziali più importanti di sempre.
La missione spaziale Apollo 11 rappresenta un capitolo iconico nella storia dell’esplorazione spaziale. Il 16 luglio 1969, il modulo di comando Apollo 11, con a bordo gli astronauti Neil Armstrong, Edwin “Buzz” Aldrin e Michael Collins, è stato lanciato dal Kennedy Space Center in Florida. Il suo obiettivo era quello di portare gli esseri umani sulla Luna, un traguardo mai raggiunto prima. Dopo un viaggio di tre giorni attraverso lo spazio, l’Apollo 11 ha raggiunto l’orbita lunare. Il 20 luglio 1969, Neil Armstrong e Buzz Aldrin hanno lasciato il modulo di comando a bordo del modulo lunare chiamato “Eagle” e sono atterrati sulla superficie lunare. Fu così che Neil Armstrong è diventato il primo essere umano a mettere piede sulla Luna, pronunciando la celebre frase: “Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità”. Qui, gli astronauti hanno condotto una serie di esperimenti scientifici e raccolto campioni di roccia lunare prima di tornare al modulo di comando. L’equipaggio è quindi ritornato in sicurezza sulla Terra il 24 luglio 1969, con il mondo intero che osservava con stupore e orgoglio questo straordinario traguardo dell’esplorazione spaziale.
Lo Space Shuttle, conosciuto anche come Space Transportation System (STS), è stato un veicolo spaziale riutilizzabile sviluppato e utilizzato dalla NASA, l’agenzia spaziale degli Stati Uniti, per trasportare astronauti e altri carichi nello spazio. Il programma Space Shuttle è stato annunciato nel 1972 e il primo volo dello shuttle, il Columbia, è avvenuto il 12 aprile 1981, segnando l’inizio di una nuova era nell’esplorazione spaziale. Gli Space Shuttle erano composti da tre parti principali: il veicolo orbitale, l’orbitante; il serbatoio esterno, che conteneva il carburante per il lancio; e i razzi a propellente solido, noti come SRB, che fornivano la spinta iniziale. Il programma ha permesso missioni spaziali complesse, inclusa la costruzione e la manutenzione della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), la riparazione di telescopi spaziali come l’Hubble e una serie di missioni scientifiche e di ricerca. Tuttavia, il programma ha anche affrontato diverse tragedie, come l’incidente dello Space Shuttle Challenger nel 1986 e l’incidente dello Space Shuttle Columbia nel 2003, che hanno indotto a una riflessione sulla sicurezza del programma, conducendo alla sua conclusione nel 2011.
La missione spaziale Viking rappresenta un altro significativo passo nello scardinamento delle frontiere spaziali. La NASA lanciò due sonde spaziali, Viking 1 e Viking 2, nel 1975 con l’obiettivo di esplorare Marte e cercare segni di vita sul pianeta rosso. Queste sonde erano dotate di strumenti sofisticati per analizzare la composizione del suolo marziano, la sua atmosfera e la presenza di acqua. Il 20 luglio 1976, Viking 1 divenne la prima sonda a atterrare con successo sulla superficie di Marte, seguita da Viking 2 il 3 settembre dello stesso anno. Le sonde trasmettevano dati preziosi e immagini dalla superficie marziana, aprendo la strada a una migliore comprensione del pianeta. Nonostante non siano stati trovati segni evidenti di vita, le missioni Viking hanno fornito un contributo fondamentale alla nostra conoscenza di Marte e hanno stabilito un importante precedente per le future missioni di esplorazione del pianeta rosso. La loro eredità è ancora visibile nelle missioni recenti, come il rover Curiosity, che continua a cercare indizi sulla possibilità di vita passata o presente su Marte.
Il Telescopio Spaziale Hubble è uno degli strumenti scientifici più iconici e rivoluzionari mai creati. Lanciato il 24 aprile 1990 dalla NASA, il telescopio Hubble orbita attorno alla Terra e ci offre una vista spettacolare e senza precedenti dell’universo. Il suo nome deriva dal famoso astronomo Edwin Hubble, noto per le sue scoperte sulla natura dell’espansione dell’universo. Il telescopio è equipaggiato con una serie di strumenti avanzati che possono rilevare la luce visibile, infrarossa e ultravioletta proveniente da oggetti celesti. Grazie alla sua posizione al di sopra dell’atmosfera terrestre, Hubble evita la distorsione atmosferica, permettendoci di ottenere immagini nitide e dettagliate delle stelle, delle galassie, dei pianeti e degli oggetti cosmici più lontani. Nel corso degli anni, il telescopio ha contribuito a scoperte scientifiche, come la misurazione precisa dell’età dell’universo, l’individuazione di buchi neri supermassicci al centro delle galassie e l’osservazione diretta di pianeti extrasolari. La sua straordinaria capacità di catturare immagini mozzafiato ha anche ispirato l’immaginazione del pubblico e reso l’astronomia accessibile a tutti. Nonostante siano passati anni, il telescopio Hubble continua a operare , inviando straordinarie immagini e dati scientifici di fondamentale importanza.
Lanciata il 4 dicembre 1996 dalla NASA, la missione Mars Pathfinder aveva l‘obiettivo di studiare la superficie e l’atmosfera di Marte, nonché di dimostrare nuove tecnologie per l’atterraggio e l’esplorazione planetaria. Mars Pathfinder ha raggiunto il pianeta rosso il 4 luglio 1997 e ha eseguito un atterraggio di precisione sulla regione di Ares Vallis. Il veicolo di atterraggio, chiamato Sojourner, ha rilasciato il rover autonomo, che è diventato il primo veicolo a ruote a esplorare la superficie marziana. Questo rover ha inviato immagini, dati scientifici e informazioni dettagliate sulla composizione delle rocce e del suolo marziano, aprendo una finestra fondamentale sulla geologia del pianeta. La missione ha anche dimostrato l’efficacia dell’utilizzo di nuove tecnologie per l’atterraggio su Marte, come l’uso di airbags per ammortizzare l’impatto.
Lanciata dalla NASA il 7 marzo 2009, l’obiettivo della missione Kepler era quello di rilevare gli esopianeti, cioè pianeti che orbitano attorno a stelle al di fuori del nostro sistema solare, attraverso il metodo del transito. Il telescopio spaziale Kepler era dotato di un sensore altamente sensibile e monitorava costantemente un vasto campo di stelle nelle regioni della costellazione del Cigno e della Lira. Ogni volta che un pianeta transitava di fronte alla sua stella ospite, causando una piccola diminuzione della luminosità stellare, Kepler rilevava questo cambiamento, consentendo agli astronomi di identificare e confermare l’esistenza di migliaia di esopianeti di dimensioni e caratteristiche diverse. Tra le scoperte più significative, Kepler ha individuato esopianeti che potrebbero avere le condizioni adatte alla vita, rivoluzionando la nostra comprensione della diversità e dell’abbondanza di pianeti nel nostro universo. La missione Kepler ha continuato a operare fino al 2018, quando è stata ritirata a causa di problemi tecnici.
Il progetto Cassini-Huygens rappresenta una delle missioni spaziali più ambiziose e di successo nell‘esplorazione del sistema solare esterno. Lanciato nel 1997, il progetto è il risultato di una collaborazione tra la NASA, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). La missione aveva l’obiettivo principale di studiare Saturno e il suo sistema di anelli e lune, ma è diventata molto di più di quanto inizialmente previsto. La sonda Cassini, alimentata da un generatore termoelettrico a radioisotopi, ha raggiunto Saturno nel 2004 ed è stata inserita in un’orbita attorno al pianeta gassoso. Ha studiato Saturno, i suoi anelli e le sue lune per oltre 13 anni, inviando dati preziosi sulla sua atmosfera, sulla composizione dei suoi anelli e sulla geologia delle sue lune. Uno dei momenti più iconici della missione è stato il rilascio della sonda Huygens, fornita dall’ESA, che è atterrata con successo su Titano, una delle lune di Saturno, nel 2005, diventando la prima sonda a atterrare su un corpo extraterrestre al di fuori dei pianeti interni del sistema solare. Nel 2017, la missione è giunta alla sua conclusione con un’implosione controllata nell’atmosfera di Saturno per evitare la contaminazione dei suoi satelliti potenzialmente abitabili.
Il Telescopio Spaziale Spitzer, parte del programma di telescopi spaziali della NASA, è stato un vero pioniere nell’osservazione astronomica a infrarossi. Lanciato il 25 agosto 2003, il telescopio è stato concepito per studiare l’universo in lunghezze d’onda infrarosse, consentendo di rilevare oggetti e fenomeni astronomici che non sarebbero stati visibili attraverso telescopi ottici. La missione Spitzer è stata battezzata in onore dell’astronomo statunitense Lyman Spitzer, noto per le sue ricerche sulla formazione delle stelle e sulle caratteristiche dei telescopi spaziali. Uno dei contributi più significativi del telescopio Spitzer è stato lo studio delle nubi di polveri e gas, luoghi di nascita stellare, e la scoperta di nuove stelle e sistemi planetari in formazione. Ha anche contribuito a identificare e caratterizzare esopianeti al di fuori del nostro sistema solare, utilizzando la tecnica di transito. Dopo quasi 17 anni di operazioni, il telescopio Spitzer è stato ritirato il 30 gennaio 2020 a causa del consumo dell’elio liquido necessario per raffreddare i suoi strumenti.
La missione spaziale Juno rappresenta un incredibile sforzo di esplorazione dedicato a Giove, il gigante gassoso del sistema solare. Lanciata dalla NASA il 5 agosto 2011, la sonda Juno è stata progettata per studiare in dettaglio l’atmosfera, la struttura interna e il campo magnetico di Giove. Questa sonda spaziale è dotata di strumenti scientifici avanzati e tecnologie innovative che le permettono di resistere alle intense radiazioni e ai campi magnetici estremi del pianeta. Juno è entrata in un’orbita polare attorno a Giove nell’estate del 2016 e ha iniziato a raccogliere dati scientifici senza precedenti. La missione ha fornito informazioni cruciali sulla composizione atmosferica di Giove, sulla sua dinamica atmosferica, sulla presenza di acqua e ammoniaca sotto forma di ghiaccio, e sulla struttura interna del pianeta, inclusa la comprensione della sua regione centrale. La sonda ha anche studiato il campo magnetico di Giove, rivelando dettagli sorprendenti sulla sua complessa interazione con il vento solare.
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