Il 30 agosto è la Giornata dello squalo balena e la celebriamo raccontando le curiosità su questi “giganti gentili”
Lo squalo balena (Rhincodon typus) incarna l’essenza stessa dell’ambiente in cui dimora: maestoso come l’avanzare della marea, lento e inarrestabile.
Sinuoso e affascinante, ci permette di entrare nel suo mondo e rimanere estasiati accanto a lui e potergli stare accanto è unn grande privilegio, che ci consente di entrare in sintonia con lui e con l’Oceano stesso. Impariamo qualcosa di più sullo squalo balena.
Squalo balena, impariamo a riconoscerlo
Diversamente da quanto accade per molte altre specie, lo squalo balena è davvero inconfondibile, poiché pur mantenendo le caratteristiche generali del corpo di uno squalo, ha delle caratteristiche davvero uniche.
Ovviamente la dimensione è il primo, non trascurabile dettaglio: 20 metri di lunghezza massima e decine di tonnellate di peso – che gli vale il titolo di pesce più grande dei mari nonché il più grande vertebrato della terra (fatta eccezione per i cetacei) -.
Le dimensioni così generose si accompagnano ad una indole pacifica, che rispecchia le abitudini alimentari di questo immenso animale.
Lo squalo balena infatti, è una delle sole tre specie di squalo a nutrirsi filtrando l’acqua piuttosto che cacciare attivamente le proprie prede. Per farlo, mette in atto due differenti strategie: come gli altri due squali filtratori (lo squalo elefante e lo squalo Bocca Grande) può:
- esercitare il cosiddetto “filtraggio passivo”, limitandosi a nuotare con la bocca spalancata. Questa prima strategia è efficace in condizioni di scarsa concentrazione di prede.
- oppure, unico squalo in grado di farlo, può filtrare attivamente l’acqua, rimanendo immobile e aspirando l’acqua per suzione. Questo secondo sistema è attuato in superficie, quando lo squalo balena si trova in presenza di elevate concentrazioni di plancton.
Pur possedendo centinaia di piccoli denti, questi non hanno alcuna funzione nell’alimentazione e sono pertanto “vestigiali”, sono cioè quel che rimane di antico passato da predatore attivo, ormai perduto nella memoria della storia evolutiva di questo straordinario e pacifico gigante. Il cibo viene invece trattenuto da speciali tamponi
filtratori, che sono una modificazione del quinto paio di fessure branchiali.
Ma ci sono altre peculiarità che rendono lo squalo balena assolutamente riconoscibile. La testa è larga e piatta e la bocca è posizionata frontalmente, mentre in tutti gli squali è collocata in posizione ventrale, cioè rivolta verso il basso.
Il corpo è di colore grigio-verde, ricoperto da una moltitudine di pois bianchi, che hanno ispirato la popolazione del Madagascar nell’attribuirgli il nome di Marokintana, che vuol dire dalle mille stelle.
Le pinne pettorali sono proporzionalmente molto grandi, mentre la pinna caudale è solo moderatamente eterocerca (cioè i due lobi sono quasi uguali, mentre in genere in tutti gli squali è fortemente eterocerca, con il lobo superiore molto più lungo di quello inferiore). Tre creste percorrono longitudinalmente il corpo, dalla parte posteriore delle branchie all’inizio del peduncolo caudale.
Una sua peculiarità è che i suoi occhi sono ricoperti da centinaia di piccoli denti: un team di scienziati giapponesi ha scoperto che possiede un’armatura unica, composta da 2900 minuscoli denticoli che ricoprono ogni occhio di queste affascinanti creature.
Tali denticoli speciali si differenziano per struttura e costruzione dai denticoli presenti sulla pelle, questo perché i denticoli oculari svolgono una funzione diversa.
Gli occhi dello squalo balena, infatti, sporgono su ogni lato della testa dell’animale, per questo non stupisce che abbiano bisogno di questa speciale armatura per proteggersi e sembra che nessun’altra specie di squalo abbia questa caratteristica.
Strategie alimentari e riproduttive
Lo squalo balena è un animale migratore che abita le acque tropicali e temperato- calde di tutto il globo, mantenendosi in genere tra i trenta gradi di latitudine in entrambi gli emisferi.
Da adulto ha abitudini principalmente pelagiche – ovvero che preferisce vivere in mare aperto – ma si avvicina alle coste stagionalmente in numerosi siti di aggregazione sparsi in molte parti del mondo.
Non si conosce con l’esattezza la natura di questi assembramenti, che possono essere in alcuni casi di tipo alimentare e in altri casi di tipo riproduttivo.
L’alimentazione viene praticata spesso in profondità, dove lo squalo balena percorre lunghe nuotate filtrando passivamente l’acqua e nutrendosi di piccoli crostacei, uova di pesce e di coralli, calamari e piccoli pesci.
Ritorna in acqua bassa per scaldarsi e fare man bassa di plancton quando questo si riunisce ad elevata densità in prossimità della superficie, risucchiando attivamente l’acqua nella cavità orale.
I ricercatori hanno notato che i siti di aggregazione hanno tutti una particolare conformazione dei fondali, caratterizzati da piattaforme di acqua basse che sprofondano ripidamente a grande profondità.
Questa caratteristica permette probabilmente allo squalo balena di alimentarsi nelle acque profonde e risalire velocemente in superficie per scaldarsi, mantenendosi sempre vicino al fondo dove riesce a procurarsi maggiori quantità di cibo.
Lo squalo balena è ovoviviparo, ciò significa che la riproduzione avviene attraverso fecondazione interna e la femmina partorisce dei cuccioli vivi, in genere uno o due, grandi circa 50 o 60 cm.
La maturità riproduttiva è raggiunta molto tardi – si stima intorno ai 30 anni di età! – e i tassi riproduttivi pertanto sono molto bassi se considerati in relazione a quanto accade per la maggior parte dei pesci.
Conservazione e protezione
Purtroppo lo squalo balena è stato (e in alcune parti del mondo è ancora) oggetto di una pesca intensiva per vari scopi: è infatti considerato un’importante fonte alimentare per molte culture locali ed è stato oggetto di attenzione da parte della pesca industriale, che lo ricercava soprattutto per l’estrazione dell’olio del suo fegato che, date le grandi dimensioni, ne contiene una grande quantità.
Va inoltre ricordata l’importante domanda dei mercati asiatici, dove i prodotti ricavati dallo squalo balena sono ricercati perché utilizzati nella medicina tradizionale cinese.
La pesca intensiva unita a tassi riproduttivi molto contenuti e alla bassa capacità di recupero delle popolazioni hanno spinto molte organizzazioni internazionali di protezione della biodiversità ad inserirlo, a vario titolo, in regimi di tutela per la protezione della fauna selvatica a rischio.
La IUCN ha classificato lo squalo balena come specie a rischio: la Cites lo ha inserito all’interno della convenzione per regolamentarne la pesca e il commercio internazionale.
I dati a disposizione della comunità scientifica sono purtroppo scarsi, ma anche a livello amatoriale è possibile dare un contribuito. Alcune organizzazioni di ricercatori, ad esempio, sono costantemente alla ricerca di informazioni provenienti da semplici appassionati.
Contribuire è semplice: se abbiamo la fortuna di incontrare uno squalo balena e riusciamo a fotografarne il fianco, in particolare la zona immediatamente dietro l’ultima fessura branchiale, possiamo inviare la foto, insieme alle informazioni della zona e della data dell’avvistamento, direttamente ai recapiti delle associazioni di ricerca.
I ricercatori saranno in grado, dall’osservazione dei pois bianchi, di riconoscere e censire gli animali, contribuendo alla conoscenza dello stato di salute delle popolazioni di squalo balena nel mondo.