T.+rex%2C+sembravano+cuccioli%2C+invece+sono+una+nuova+specie
socialboostit
/trex-secondo-un-nuovo-studio-i-fossili-dei-giovani-appartengono-a-una-specie-distinta/amp/
Curiosità

T. rex, sembravano cuccioli, invece sono una nuova specie

Published by
Giulia De Sanctis

Una coppia di paleontologi statunitensi ha appena trovato nuove prove sullo scambio di alcuni parenti dei T. rex per i loro giovani cuccioli. Scopriamo di più 

Una nuova ricerca, condotta da Nick Longrich del Milner Centre for Evolution dell’Università di Bath, nel Regno Unito, ed Evan Saitta dell’Università di Chicago, negli USA, pubblicata su Fossil Studies, ha dimostrato che quelli che si credevano fossili di giovani esemplari di T. rex appartengono in realtà a una specie distinta di adulti di un piccolo tirannosauro, con mascelle più strette, gambe più lunghe e braccia più grandi.

I fossili dei giovani T. rex appartengono a una specie distinta

La specie, Nanotyrannus lancensis, era stata rinvenuta e nominata decenni fa ma poi associata a un giovane T. rex e il primo cranio è stato trovato nel Montana nel 1942, ma per decenni i palentologi hanno discusso se si trattasse di una specie a sé stante o semplicemente di un giovane del ben più grande T. rex.

Così Longrich e Saitta hanno analizzato nuovamente i fossili, esaminando gli anelli di accrescimento, l’anatomia del Nanotyrannus e un fossile precedentemente non riconosciuto di un giovane T. rex.

Scheletro di Nanotyrannus lancensis – Wikimedia Commons @Zissoudisctrucker – Socialboost.it

 

Misurando gli anelli di accrescimento nelle ossa di Nanotyrannus, è emerso che essi sono diventati più ravvicinati verso l’esterno dell’osso, rivelando che la sua crescita stava rallentando.

Ciò suggerisce che questi animali erano quasi a grandezza naturale e non giovani a crescita rapida. La modellazione della crescita dei fossili ha mostrato che gli animali avrebbero raggiunto un massimo di circa 900-1500 kg e cinque metri di lunghezza, circa il 15% delle dimensioni del gigantesco T. rex, che cresceva fino a 8.000 chilogrammi e nove metri o più.

“Quando ho visto questi risultati sono rimasto a bocca aperta”, ha dichiarato Longrich. “Non mi aspettavo che fossero cosi’ conclusivi”, ha continuato Longrich.

“Se fossero giovani T. rex dovrebbero crescere a dismisura, mettendo su centinaia di kg all’anno, ma non lo vediamo”, ha detto Longrich. “Abbiamo provato a modellare i dati in molti modi diversi e abbiamo continuato a ottenere tassi di crescita bassi”, ha evidenziato Longrich. “Lo studio definisce la fine delle ipotesi che vedevano questi animali come giovani T. rex”.

A sostegno dell’esistenza di specie distinte, i ricercatori non hanno trovato prove di fossili in grado di combinare caratteristiche sia del Nanotyrannus che del T. rex, che esisterebbero se l’uno si trasformasse nell’altro.

Ogni fossile esaminato poteva essere identificato con sicurezza come una specie o l’altra: “Se si osservano i giovani di altri tirannosauri, essi mostrano molte delle caratteristiche distintive degli adulti”, ha spiegato Longrich. “Un Tarbosaurus molto giovane, un parente stretto del T. rex, mostra caratteristiche distintive degli adulti”.

“Allo stesso modo – ha aggiunto Longrich – in cui i gattini assomigliano ai gatti e i cuccioli ai cani, i giovani dei diversi tirannosauri si distinguono fra loro”.

“E il Nanotyrannus non assomiglia affatto a un T. rex”, ha precisato Longrich. “Potrebbe crescere in un modo completamente diverso da qualsiasi altro tirannosauro, o da qualsiasi altro dinosauro, ma è più probabile che non sia un T. rex”.

“Uno dei grandi interrogativi – ha notato Longrich è stato il fatto che se il Nanotyrannus non è un tirannosauro giovane allora perchè mai nessuno ha mai trovato un giovane T. rex”. “Ebbene – ha sostenuto Longrich – ora ne abbiamo finalmente trovato uno”. Ma il fossile è stato raccolto anni fa, messo in una scatola di ossa non identificate in un cassetto del museo e poi dimenticato”, ha affermato Longrich.

La ricerca ha portato Longrich e il coautore, Saitta a una precedente scoperta fossile, conservata in un museo di San Francisco, che hanno identificato come un tirannosauro giovane.

Il giovane T. rex è composto di un osso del cranio, ovvero l’osso frontale, che ha caratteristiche distintive che lo accomunano al Tyrannosaurus, ma che non sono presenti nel Nanotyrannus.

Proviene da un animale di piccole dimensioni, con un cranio lungo circa 45 cm e un corpo lungo circa 5 metri. “Si tratta di un solo esemplare e di un solo osso, ma ne basta uno”, ha precisato Longrich.

Le ossa del cranio del T. rex sono molto particolari, non c’è nient’altro che gli assomigli”, ha aggiunto Longrich. “I giovani esistono, ma sono incredibilmente rari, come i giovani della maggior parte dei dinosauri”, ha osservato Longrich.

Secondo gli scienziati, questi risultati sono una forte prova che il Nanotyrannus è una specie separata, non strettamente imparentata con il Tyrannosaurus.

Il Nanotyrannus aveva una corporatura più leggera e un’ossatura più lunga rispetto al suo parente più tarchiato. Aveva anche braccia più grandi, a differenza del famoso T. rex dalle braccia corte.

“Le braccia sono più lunghe di quelle del T. rex”, ha detto Longrich. “Anche il più grande ha braccia più corte e artigli più piccoli rispetto a questi piccoli Nanotyrannus”, ha suggerito Longrich. Si tratta di un animale in cui le braccia erano in realtà armi piuttosto formidabili.

Si tratta dunque di un animale completamente diverso: piccolo, veloce e agile. “Il T.rex si affidava alle dimensioni e alla forza, mentre il punto di forza di questo animale era la velocità”, ha illustrato Longrich.

Le lunghe braccia e altre caratteristiche suggeriscono che era solo lontanamente imparentato con il T. rex – e potrebbe essere stato collocato al di fuori della famiglia Tyrannosauridae, di cui fa parte, in una propria famiglia di dinosauri predatori. “è incredibile pensare a quante cose non sappiamo ancora del più famoso dei dinosauri”, ha concluso Longrich.

Gli autori dello studio si dichiarano quindi pronti a cercare all’interno dei musei di tutto il mondo nuove prove a sostegno della loro teoria, insieme ad altri ricercatori che da tempo cercano di individuare con certezza resti di “giovani tiranni”.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

Published by
Giulia De Sanctis

Recent Posts

Perché i gatti detestano le porte chiuse?

I gatti odiano le porte chiuse, ecco perché le graffiano e cercano di aprirle. Ma…

2 mesi ago

Un vigneto per il Papa piantato da esperti dell’ateneo di Udine

Un vigneto per il Papa piantato da esperti dell'ateneo di Udine In un gesto simbolico…

2 mesi ago

Dischi in vinile, come sono fatti e come funzionano?

I dischi in vinile non perdono mai il loro fascino, ecco come funzionano e perché…

2 mesi ago

Grande Fratello, uno dei protagonisti annunciati è già a rischio squalifica: la frase choc che fa infuriare Mediaset

Tutto è iniziato con un'accesa lite su Instagram con Enzo Bambolina, un conduttore napoletano. Dopo…

3 mesi ago

Meraviglie naturali perdute: cosa resta di un mondo in cambiamento?

Scopri le meraviglie naturali perdute e quelle ancora visibili in un mondo in costante trasformazione:…

3 mesi ago

Cocktail, quando sono nati e qual è stato il primo?

Scopri la storia dei cocktail, dalle origini nel 1786 con il vermouth al primo cocktail…

3 mesi ago