Se hai questi atteggiamenti, attento perché potrebbe essere controproducente. Ecco quali sono i segnali più lampanti
Gli ultimi decenni sono stati contraddistinti da quello che viene definito pensiero positivo. “Se vedi tutto in un’ottica positiva, allora attrarrai nella tua vita altrettanta positività”. Un sottofondo che, diciamoci la verità, è diventato quasi un mantra quotidiano per la gran parte delle persone. La domanda, però, sorge spontanea: sarà davvero un bene costringere noi stessi a rimanere ottimisti anche quando dentro di noi proviamo emozioni nettamente opposte?
È assolutamente vero che i nostri pensieri e il modo in cui pensiamo alla vita, può fare la differenza su quello che siamo in grado di creare. Ma ogni cosa, se esasperata, diventa qualcosa che non può essere sostenuto a lungo termine. E, anche in questo caso, risulta davvero impossibile pensare di non avere mai una giornata no o di sentirsi tristi. L’essere umano attraversa, nel corso della sua vita, uno spettro davvero ampio di emozioni e il fatto di rinnegarne alcune, potrebbe a lungo andare risultare controproducente. Ci sono in realtà dei comportamenti che possono essere definiti come un vero e proprio positivismo tossico.
Quando l’eccessivo ottimismo è tossico
Ci sono dei momenti della nostra vita in cui fingere che vada tutto bene può essere davvero controproducente. In particolar modo, quando sentiamo che qualcosa ci sta troppo stretto o, semplicemente, non funziona più per noi, è il momento di riconoscerlo, invece di pretendere che vada bene.
Infatti, le nostre emozioni sono spesso un vero e proprio navigatore, che vuole indicarci come ci sentiamo in merito a una determinata situazione. Quando qualcosa non ci sta più bene, molto probabilmente è il momento di passare ad un livello successivo della nostra vita ed evolvere.
Ma se ignoriamo la sensazione di disagio, allora potremmo perdere una grande occasione per crescere e creare qualcosa di ancora più grandioso e significante per noi e la nostra vita. Anche quando ci si costringe ad essere grati, pur non provando gratitudine reale per qualcosa, si rischia di operare contro di noi, piuttosto che a nostro favore. Anche in questo caso, si tratta di un’esasperazione di quella che è la filosofia del pensiero positivo e della gratitudine, che spesso vengono portate all’eccesso.
La gratitudine, infatti, viene spesso usata come scusa per rimanere nella stessa situazione e non progredire nella nostra vita. Si è grati per quello che si ha e il timore di progredire verso quello che si vorrebbe, ci fa tirare indietro. In fondo, “quello che ho è già tanto”. Ma, anche in questo caso, non si tratta di positività, ma di una forma di auto sabotaggio. Ed è sempre bene essere consapevoli di quale parte di noi sta operando: quella che ha paura e vuole limitarsi o la parte di noi, che seppur grata, vuole ancora evolvere?