Vermiglio avanza, ecco i rivali da Audiard a Salles

Il successo internazionale di “Vermiglio”

Il film “Vermiglio” di Maura Delpero, con la sua suggestiva narrazione in dialetto della Val di Sole, ha sorprendentemente scalato le classifiche del box office italiano, raggiungendo il secondo posto e incassando oltre 600mila euro in soli due weekend. Dopo il riconoscimento significativo del Leone d’argento Gran Premio della giuria a Venezia 81, il film si appresta ora a un viaggio internazionale con l’ambizione di rappresentare l’Italia nella corsa agli Oscar internazionali a Los Angeles il 2 marzo 2025.

Competizione globale e rivali di spicco

Nel contesto internazionale, “Vermiglio” si trova a competere con una serie di film straordinari provenienti da tutto il mondo, ognuno con storie uniche e potenti capaci di lasciare un’impronta nel panorama cinematografico globale. Tra i principali rivali figura il film francese di Jacques Audiard, “Emilia Perez”, che ha già fatto incetta di premi a Cannes, tra cui il Premio della Giuria e il premio per la miglior interpretazione femminile. Questo film, un vibrante mix di dramma, musical e storia d’amore ambientato nel mondo dei narcotrafficanti messicani, è supportato da Netflix per la distribuzione nel mercato nordamericano e punta a ottenere candidature in svariate categorie agli Oscar, inclusa quella per la miglior attrice, con Karla Sofía Gascón in lizza per diventare la prima attrice trans nominata.

Altri contendenti internazionali

Dal Brasile, il film “I’m Still Here” di Walter Salles, racconta la drammatica storia vera dell’ex deputato desaparecido durante la dittatura degli anni ’70, Rubens Paiva. La pellicola ha ottenuto il riconoscimento per la miglior sceneggiatura a Venezia 81 e viene distribuita in America da Sony Pictures Classics. Si tratta di un’opera che esplora la lotta di una vedova per scoprire la verità sulla sparizione del marito, offrendo un intenso ritratto di resistenza e dolore.

La Germania presenta “Il Seme del Fico Sacro” di Mohammad Rasoulof, un dramma che sfida apertamente il regime di Teheran. Il regista, condannato a 8 anni di prigione in Iran, ha ricevuto un premio speciale per la migliore sceneggiatura a Cannes per la sua rappresentazione della lotta contro la paranoia e la violenza della Guardia Rivoluzionaria.

Dalla Scandinavia, la Danimarca punta sui successi di “The Girl with the Needle” di Magnus von Horn, una storia ambientata nella Copenaghen del dopoguerra che segue le vicende di una giovane operaia incinta, disperata di sfuggire alla povertà. Il film ha vinto il premio per la migliore regia a Cannes e si distingue per il suo potente racconto in bianco e nero.

Infine, il Senegal ha proposto il documentario “Dahomey” di Mati Diop, vincitore dell’Orso d’oro a Berlino 74. Il film documenta la storia dei tesori reali del Regno del Dahomey, saccheggiati dalle truppe coloniali francesi e destinati a fare ritorno in Benin, offrendo uno sguardo critico sulle ferite coloniali che ancora non hanno trovato guarigione.

Un film che porta una prospettiva regionale nel cinema globale

In questo contesto ricco e variegato, “Vermiglio” non solo rappresenta l’Italia ma porta anche una fresca prospettiva regionale nel cinema globale, sottolineando l’importanza delle storie locali nel dialogo cinematografico internazionale. Con una narrazione che si radica profondamente nelle tradizioni locali ma che parla a un pubblico universale, il film di Delpero si posiziona come un forte contendente nella corsa per gli Oscar, dimostrando ancora una volta come il cinema possa essere un potente mezzo di espressione culturale e sociale.

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