Il calciatore ha condiviso un lungo e commovente messaggio sul suo account Instagram, dedicando un saluto speciale anche al suo storico procuratore
Parole di ringraziamento di Zlatan Ibrahimovic, dopo l’addio al calcio, anche per Mino Raiola. Il calciatore ha condiviso un lungo e commovente messaggio sul suo account Instagram, dedicando un saluto speciale anche al suo storico procuratore, scomparso a causa di una malattia polmonare ad aprile 2022.
Di seguito il post condiviso su Instagram dal calciatore, in cui il testo di dedica accompagna una foto in bianco e nero dei piedi dello stesso Zlatan:
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Il calciatore ha salutato i tifosi, tra applausi e lacrime, allo stadio San Siro a fine partita Milan-Verona e dopo la conferenza stampa ha deciso di emozionare ancora una volta con la sua bellissima dedica al mondo del calcio e a Mino Raiola: “È iniziato con un sogno. Un sogno che si è trasformato da impossibile a possibile‘”, (utilizzando un gioco di parole tra impossible e I’m possible) inizia così il messaggio.
“Mino, ce l’abbiamo fatta! La corsa è finita”
“Sono nato a Malmö. Cresciuto ad Amsterdam – continua – Diventato più saggio a Torino. Sono diventato un leone a Barcellona. Cresciuto a Milano e con nuove prospettive a Parigi. Ho guadagnato resistenza a Manchester e mi sono divertito a Los Angeles. E poi finalmente ho trovato pace nella mia nuova terra natia a Milano. Mi hai creato tu – riferendosi a Raiola – . E l’eredità che spero di lasciarmi alle spalle sono tutti i nuovi Zlatan creati da me. Tutti quelli che hanno il cuore di un leone. Tutti quelli che hanno il fuoco ardente negli occhi. Tutti quelli che capiscono veramente che l’impossibile è niente. Grazie di tutto“, e poi la dedica finale a Mino: “Mino, ce l’abbiamo fatta! La corsa è finita. È stato un viaggio fantastico. Mi manchi“.
Ibrahimovic era senza dubbio il calciatore a cui Raiola era più legato. “Zlatan decise di firmare con me perché fui il primo, e forse l’unico, a dirgli che era uno stronzo. Tutti gli altri gli dicevano solo delle belle cose, io invece gli avevo detto la verità, per renderlo migliore. L’ho guardato e gli ho detto: pensa a lavora’ di più“, aveva raccontato il procuratore sportivo.